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Cronaca Centro Storico / Via San Francesco

Chiesa San Francesco in pericolo: i cittadini possono salvarla con una mail

Serve un intervento urgente al tetto. Il Governo ha disponibili 150 milioni di euro per finanziare lavori e chiede agli italiani come spenderli. Il Comune lancia la campagna per la partecipazione

Tutti uniti per salvare la Chiesa di San Francesco. Il Governo, tramite la delibera del Cipe del 1° maggio scorso, ha previsto un miliardo di euro per il recupero del patrimonio culturale in stato di degrado in tutto il territorio nazionale. Parte dei fondi sono già assegnati, ma 150 milioni sono stati messi a disposizione dei cittadini: saranno loro a scegliere i luoghi su cui intervenire. Con una mail.

Spiega l'opportunità il sindaco Marco Filippeschi: "L'indirizzo a cui si può scrivere è bellezza@governo.it. Il Governo ha lanciato questa iniziativa e certamente rispondere in tanti può essere una spinta per ricevere risorse per il recupero. Nel caso di San Francesco non serve solo un lavoro di conservazione, ma di recupero complessivo, dato l'eccezionale valore di tutta la struttura".

L'emergenza attuale è il tetto, che va rifatto. Una prima stima parla di 2 milioni di euro necessari per la messa in sicurezza, al momento assente dato il rischio crollo che ha portato alla chiusura della chiesa nell'aprile scorso. Con questo intervento si potrebbe intanto riaprire, in attesa degli ulteriori lavori ormai sempre più necessari. Per il recupero del complesso potrebbero occorre dai 5 ai 6 milioni di euro.

Le segnalazioni al Governo tramite mail potranno essere fatte fino al 31 maggio. Sarà poi una commissione ad hoc a valutare proposte, partecipazione e fattibilità. Il decreto di stanziamento è previsto per il 10 agosto 2016. Tempi quindi brevi, per questo l'amministrazione pensa di prevedere nei prossimi giorni uno schema base condiviso della mail da inviare. E' importante infatti far capire l'importanza del luogo sul quale intervenire. Per la Chiesa di San Francesco si parla di un monumento del 1200, che ospitava dipinti di Cimabue e Giotto poi trafugati da Napoleone ed ora al Louvre, luogo della tomba del Conte Ugolino.

La situazione del complesso è delicata. Il bene appartiene al Demanio, cioè lo Stato. La gestione è in parte affidata alla Soprintendenza, in parte al Comune di Pisa; la titolarità per la manutenzione e quindi dell'assegnazione delle risorse resta allo Stato. Ricostruisce l'assessore Serfogli: "Nel 1863 la chiesa fu presa dallo Stato che ne fece caserma e magazzini. Nel 1893 fu consegnato al Comune, che in parte lo usa oggi. Un assetto che certamente crea problemi nella gestione. Negli anni nessun intervento strutturale e decisivo è stato fatto".

conf stampa san francesco-2Oltre al tetto l'assessore Serfogli elenca la lunga serie di criticità: "Il chiostro, le vetrate, il campanile, il convento e la facciata. In quest'ultimo caso è in programmazione nei prossimi giorni la previsione di protezioni contro il rischio di distacchi". Il rappresentante spiega anche le paralizzanti difficolta burocratiche: "La legge impedisce di fatto alle fondazioni bancarie, come la Fondazione Pisa che pure si era detta interessata, di finanziare recuperi direttamente, e non è certo nemmeno che possano farlo altri soggetti diversi dallo Stato. Sono in contatto con il Senatore e presidente della Commissione beni culturali Andrea Marcucci per superare questi limiti normativi con una modifica alla legge. Intanto è in corso di istituzione il Comitato di San Francesco, che potrebbe intanto occuparsi di una raccolta fondi per la chiesa. La Prefettura poi si è resa disponibile per convocare tutti i soggetti istituzionali coinvolti e favorire il reperimento delle risorse".

"Grazie a tutti - ha detto il parroco di San Francesco Padre Tommaso Rylko con una punta di commozione - cercherò di sensibilizzare i frati in Italia per il significato che la chiesa per i francescani. Io e la comunità polacca andiamo via, verranno altri frati, ma il cuore resta qua, sono stato 12 anni, dopo la chiusura non possiamo fare altro che sperare che riapra al più presto". "Anche la mensa dei poveri - ha concluso il frate - dove ci sono ogni giorno 35-40 persone è in pericolo se il chiostro dovesse chiudere. Spero in tanta partecipazione".

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