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Cronaca

"Sbagliato chiudere le Usca mentre la curva pandemica torna ad aumentare"

Fimmg Pisa preoccupata per l'organizzazione sanitaria, con le nuove Unità di Continuità Assistenziale che non sembrano pronte per gestire la situazione

La Federazione Italiana Medici di Famiglia di Pisa esprime "profonda preoccupazione" per la situazione che si è determinata con la cessazione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, che si occupano del monitoraggio dei pazienti a domicilio e della gestione clinica dei pazienti con Covid ricoverati nelle strutture intermedie per motivi clinici o sociali. "Dal primo luglio le Usca - scrive l'associazione guidata dal segretario provinciale Luca Puccetti - cessano l’attività e il bando delle Asl per reclutare i medici che dovrebbero vicariarle, ossia le Uca (Unità di Continuità Assistenziale), in molti casi è andato deserto per  l'inadeguatezza della proposta economica e per la confusione dei ruoli e dei compiti assistenziali. Come risultato, i pazienti affetti da Covid in molti casi potranno essere monitorati solo a distanza e sarà spesso necessario il ricovero".

I pazienti positivi ricoverati non potranno essere dimessi se non quando si saranno negativizzati, poiché "mancano i medici per far funzionare le strutture intermedie, che fino ad oggi hanno accolto tali pazienti e quindi i reparti ospedalieri entreranno in grave sofferenza" è l'avviso di Fimmg Pisa. La questione, già sottolineata dall'associazione lo scorso aprile quando le Usca furono ridotte, genera preoccupazione anche perché la curva pandemica registra un sensibile numero di casi giornalieri. Per questo Fimmg Pisa chiede "un immediato intervento delle Autorità preposte ad ogni livello alla tutela della salute pubblica per trovare soluzioni per affrontare questa grave situazione".

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