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Cronaca Tirrenia / Viale del Tirreno

Tirrenia, multe al Bagno Hoasy: una class action contro l'Ente Parco

Il titolare sta raccogliendo, insieme agli automobilisti multati, la documentazione necessaria per poi cercare di ottenere l'annullamento delle sanzioni. Solidarietà da Confcommercio che dichiara: "Il Parco si concentri sui tanti fenomeni inaccettabili presenti nell'area"

Promette battaglia Roberto Antonelli, gestore del Bagno Hoasy di Tirrenia, dopo la pioggia di multe elevate lo scorso fine settimana a decine di auto, perlopiù di clienti dello stabilimento balneare, parcheggiate lungo la strada di accesso che, come spiegato dall'Ente Parco, "non è mai stata data in concessione al Bagno Hoasy e dovrebbe essere percorribile solo a piedi o da mezzi di soccorso o per il trasporto di materiale". L'Ente Parco denunciava anche la misteriora sparizione della segnaletica di divieto. Una raffica di sanzioni che ha fatto andare su tutte le furie il gestore del Bagno Hoasy che questa volta ha intenzione di andare fino in fondo: “Nel vialino non c'è alcun tipo di cartellonistica di divieto, nè di accesso nè di sosta nè di altro. Per questo, stiamo raccogliendo, insieme agli automobilisti multati, tutta la documentazione necessaria per stilare una class action contro il Parco e ottenere l'annullamento delle sanzioni”.

E' amareggiato Antonelli, anche perché si sente perseguitato: “Al blitz erano presenti il direttore del Parco, il comandante delle guardie e alcuni agenti che dicevano agli automobilisti accorsi che, qualora avessero rilasciato una dichiarazione scritta in cui si affermava che era stato il gestore a chiedere loro di parcheggiare nel vialino, non avrebbero ricevuto la multa. Nessuno ha rilasciato una simile dichiarazione”.

Ma per l'imprenditore balneare c'è di più: “Alcuni mesi fa ho fatto richiesta formale di poter utilizzare almeno una porzione del parcheggio dell'ex stabilimento degli americani. Fino all'ultimo la cosa sembrava possibile, poi di colpo l'area è stata data in gestione alla Pisamo”.

E' a fianco delle ragioni dell'imprenditore, il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli: “Credo che gli imprenditori dovrebbero essere lasciati tranquilli di poter lavorare in serenità, senza dover subire continuamente questo clima da caccia alle streghe. Se c'era un problema con il vialino, invece di fare gli sceriffi, bastava comunicarlo al gestore e la soluzione di sarebbe trovata senza troppo clamore. E' stato lo stesso gestore, per primo, la scorsa primavera, ad aver richiesto la possibilità di utilizzare l'ex parcheggio degli americani, anche investendo, senza per questo trovare una risposta positiva dagli organi competenti. Ed è lo stesso presidente del Parco a parlare espressamente di equivoco e della necessità di trovare finalmente una soluzione. Noi siamo d'accordo”.

“L'Ente Parco di San Rossore - conclude il direttore Pieragnoli - invece di accanirsi con gli imprenditori onesti, che con il loro prezioso lavoro portano turismo e ricchezza al nostro litorale, farebbe meglio a concentrarsi di più sui tanti fenomeni inaccettabili presenti nell'area, dagli abusivi agli irregolari ai campi nomadi e quant'altro”.

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