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Cronaca Porta Nuova / Via Montelungo

Ex Colorificio e Mattonaia, il sindaco: "Contro il Comune polemiche strumentali"

Il primo cittadino, dopo le accuse lanciate dal Municipio dei Beni Comuni, risponde sottolineando che per la Mattonaia già due bandi sono andati deserti, mentre per l'ex Colorificio l'intenzione è di garantire comunque un'utilità sociale per il quartiere

"Vedo contro il Comune polemiche strumentali, che sono il contrario del dialogo che pure si richiede". Risponde al Municipio dei Beni Comuni il sindaco Marco Filippeschi, accusato di non essere intervenuto per tentare di fermare il sequestro dell'ex Colorificio e di creare nel complesso della Mattonaia, ora occupata dagli attivisti, l'ennesima speculazione edilizia in città.

"Sulla Mattonaia già due bandi sono stati fatti dal Comune, ma sono andati deserti. Ora a breve ne sarà fatto un terzo, a condizioni diverse. Secondo una scelta già compiuta in Consiglio Comunale, alla luce del sole, con l’opposizione del solito partito del 'No', che evidentemente non ha da proporre che nuove spese a carico dei cittadini" chiarisce il sindaco.

"Sul Colorificio, che è di proprietà di privati, ho già parlato in Consiglio Comunale - prosegue Filippeschi - nessuna speculazione è possibile. Faremo solo scelte necessarie, integrate in una strategia di recupero e riuso urbano condiviso tra i sei comuni dell’area pisana, approvando il piano strutturale, a “volumi aggiuntivi zero” e che rilascino un’utilità di carattere sociale per il quartiere".

Gli attivisti del cartello di associazioni sono preoccupati per la richiesta della J Colors, la multinazionale proprietaria dell'edificio di via Montelungo, di cambiare la destinazione d'uso dei terreni, per trasformarlo da produttivo-servizi a residenziale. "Alla richiesta del proprietario, la giunta Filippeschi non chiude la porta, ma sposta solo nel tempo la decisione in attesa del piano strutturale d'area perchè, dice ieri l'assessore Zambito sulle pagine del Tirreno, solo a piano approvato 'il progetto potrà avere le carte in regola per la realizzazione' - sottolineano gli attivisti - poco importa l'impatto che potrà avere sul contesto circostante, sulle aziende ancora aperte che, ad esempio, a fronte di una variazione della destinazione dei terreni a residenziale dovrebbero rispettare canoni di sicurezza e di rumorosità ben diversi, richiedendo investimenti tali che potrebbero comprometterne la continuità produttiva. Modificare l'area, insomma, potrebbe avere impatti non secondari a livello sociale ed occupazionale". "L'ambiguità dell'amministrazione - aggiunge il Municipio dei Beni Comuni - è preoccupante oltre che irresponsabile. Il Municipio dei Beni Comuni, durante un anno di occupazione dell'ex Colorificio, ha dimostrato come sia possibile recuperare aree dismesse fornendo servizi ai cittadini e, soprattutto, creando le basi per la creazione di economia ecologica e sostenibile".

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