In Piazza XX Settembre l'incontro degli attivisti 'No Green Pass'
Volantinaggio nel pomeriggio di mercoledì del comitato, fra dubbi sui vaccini e questioni occupazionali
Si è svolto nel pomeriggio di oggi, 8 settembre, un incontro in Piazza XX Settembre a Pisa lanciato dal 'Comitato di lotta contro il Green Pass'. Circa una 20ina di aderenti si sono confrontati sulla misura facendo volantinaggio del proprio manifesto, volto ad una "mobilitazione generalizzata finalizzata a contrastre le scelte politiche del governo che sviliscono la classe lavoratrice e mettono in serio pericolo la salute di tutti". Il soggetto informale, formatosi circa un mese fa, è sostenuto per la parte legata all'occupazione dal sindacato Cub Pubblico Impiego Toscana.
Se diverse possono essere le posizioni dei singoli sui temi più delicati, come sulla sicurezza dei vaccini e correlate posizioni no vax, è il Green Pass ad essere identificato come "inutile per garantire la tutela della salute pubblica", in quanto invece, recita il manifesto, "è necessario tracciare il virus sottoponendo tutti, compresi i vaccinati, a test salivari. Un test semplice da eseguire, poco costoso e da rendere disponibile gratuitamente". Sul punto sanitario si chiede di "garantire cure domiciliari precoci per ostacolare le gravi patologie che il Covid può provocare", anche tramite "farmaci anti-Covid già sperimentati". Posizioni evidentemente in contrasto anche con le indicazioni regionali sulla campagna vaccinale e gli auspici alla diffusione del 'passaporto sanitario' espressi dalla comunità scientifica.
Sul fronte lavorativo le posizioni critiche sono le stesse sostenute dal Cub, al netto di difficoltà organizzative già emerse legate al Green Pass. "E' necessario riflettere su questo strumento - hanno detto i rappresentanti sindacali - in quanto non è giusto che possa diventare un elemento discriminatorio sul fronte del lavoro, con sospensioni senza salario fino a licenziamenti. Ci sono problemi di peggioramento delle condizioni di lavoro, senza ricollocazioni; le spese da sostenere per i tamponi; la mancanza di investimenti nelle sanificazioni e nella tutela dei lavoratori; una penalizzazione dello smart working, che si stava affermando e invece si decide di non puntarci per un ritorno in presenza secondo i desideri delle imprese. Contrastiamo - concludono - il ricatto imposto agli operatori scolastici e sanitari del vaccino per il lavoro: la tutela della salute pubblica si fa investendo risorse in assunzioni, servizi e ricerca".