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Cronaca

Non tutte le scuole sono pronte per la riapertura dell'anno scolastico

Per esempio non saranno agibili i laboratori chiusi da 17 marzo scorso al Buonarroti, perché la Provincia non ha eseguito i lavori promessi. Per lo stesso motivo al Buonarroti mancano aule

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Dopo aver letto l'articolo uscito su PisaToday il 3 settembre sulla situazione delle scuole di Pisa, ci siamo interrogati come compagni della Sezione comunista Gramsci-Berlinguer di Pisa, se davvero fosse tutto così tranquillo nelle scuole della nostra città. O se fossimo di fronte all'ennesimo articolo parziale e quindi non utile ai cittadini per capire nel complesso la condizione in cui si trova la scuola a Pisa.
Ci piacerebbe sentire cosa dicono i genitori delle varie scuole e quelli con bimbi con problemi di disabilità. Sarebbe utile una vera inchiesta che verifichi le parole dell'assessora alle Politiche educative del Comune di Pisa, Marilù Chiofalo.?9kCH0Ldl5mHKFG5GEjBL0k4Ikl2kamamhHng4kh
Sarebbe utile che si indagasse anche sulle scuole di ogni ordine e grado gestite dalla Provincia, come il Liceo "Filippo Buonarroti", dove ci risulta non sono stati completati i lavori di ripristino dei laboratori chiusi dal 17 marzo scorso per un crollo delle vetrate del tetto, promessi entro la riapertura delle lezioni dalla Provincia al Comitato genitori-studenti-professori del Buonarroti.

Nonostante fosse previsto l'aumento delle iscrizioni al Buonarroti mancano le aule, perché la Provincia non ha provveduto a trasformare in aule gli spazi lasciati liberi dalla Biblioteca Serantini.
Come del resto è un problema quello della caduta verticale di iscrizioni al Liceo classico "Galileo Galilei"e allo scientifico "Ulisse Dini", così come in altri istituti, l'artistico "Franco Russoli" e il "Pesenti" di Cascina.

Un problema che denota disorganizzazione e un pericoloso abbassamento della qualità dell'istruzione che sicuramente inciderà sulle future generazioni e sulla qualità delle classi dirigenti. Una condizione che non può essere presa a pretesto per assurdi e improduttivi spostamenti sul territorio di studenti e professori.
Tutto questo marasma non è frutto del caso ma del lavoro di quelle forze politiche che, dal 1994 sino a giorni nostri hanno governato il nostro Paese, ovvero quelli della seconda Repubblica, che lavorano per ridurre l'Italia a paese marginale in Europa, favorendo gli interessi delle banche e dei grandi gruppi multinazionali che vogliono speculare sulla scuola e indottrinare nel contempo le nuove generazioni alla sottocultura capitalistica.
Forze politiche, nessuna esclusa, che trasversalmente sono unite dagli stessi interessi d'impresa, infatti sono tutte concordi con quanto dichiarato dalla Banca J.P. Morgan che occorre manomettere la nostra Costituzione antifascista e sociale. Quindi la prima vittima è la scuola pubblica fondata su quei principi realmente democratici.
In parole semplici l'attacco alla scuola pubblica è un pezzo di un progetto più vasto che ha un nome preciso: colpo di Stato.

 


 

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