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Cronaca

Il Teatro Rossi in concessione al privato per 2mila euro al mese

Si è chiusa la gara dell'Agenzia del Demanio. Per Una città in comune si tratta di "una grandissima occasione persa per le istituzioni pubbliche"

L'Agenzia del Demanio ha affidato in concessione il Teatro Rossi di via Ricci a Pisa. Il verbale di assegnazione è del 2 febbraio 2023. Ad aggiudicarsi il bando è la Gds Art Management di Guglielmo De Stasio, "una società in accomandita semplice - scrive in una nota Una città in comune - nata nel 2019 con sede a Sassari, dove il titolare insegna presso il conservatorio". Erano due i concorrenti, dopo che un primo tentativo di gara era andato deserto. L'altro concorrente era la Compagnia dei Cenci, nettamente battuto ai punti: "Una differenza di 39 punti - specifica il gruppo - la società sarda, che ha un unico dipendente, ha ottenuto il punteggio di 86,67, di cui ben 70 punti sono quelli relativi alla proposta progettuale; 10 sono quelli per il canone, 24mila euro l’anno, e 6,67 quelli per la durata, 30 anni. Sarà dunque la società del violinista Guglielmo De Stasio a gestire il Teatro Rossi di Pisa per i prossimi 30 anni, pagando allo Stato duemila euro il mese".

Si chiude - o si apre, a questo punto - un lungo capitolo che ha visto la fine dell'esperienza del Teatro Rossi Aperto, che per 8 anni ha tenuto vivo lo spazio fino allo scoglimento del 2020. La concessione al privato è motivo di rammarico per Una città in comune: "Siamo davanti ad una grandissima occasione persa in cui le istituzioni pubbliche, Comune in primis, si sono sottratte alle proprie responsabilità confermando come i beni culturali e la cultura non siano in alcun modo una priorità su cui investire e progettare. Ricordiamo, infatti, che nel settembre 2021, ovvero 4 mesi prima della decisione di pubblicare il bando per la gestione del Teatro Rossi, un bene culturale di inestimabile valore, il Demanio si era rivolto alle istituzioni locali per sondarne disponibilità e interesse. Comune e Provincia avevano risposto entrambi la stessa cosa: no. Da qui la decisione di procedere alla gara, andata prima deserta e poi assegnata nei giorni scorsi".

Non sembrà più possibile quella "gestione pubblica e aperta" ricercata ed auspicata dalla stessa associazione che a lungo aveva operato nel teatro. "Alla luce di tutto questo - conclude Ucic - chiediamo di conoscere nel dettaglio il progetto di quello che il Teatro ospiterà nel prossimo trentennio e che sia presentato e discusso pubblicamente. Non è pensabile, infatti, cancellare tutto quello che ha significato il Teatro Rossi Aperto in questi ultimi anni di apertura in termini di progettazione e proposta per la nostra città".

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