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Cronaca

Concorso truccato all'Università, l'ex rettore Augello: "Pronto a chiarire la mia posizione"

Il professor Augello sottolinea di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte della Procura e di aver sempre sottolineato la necessità di valutazioni meritocratiche rigorose e trasparenti nei concorsi

In merito alla notizia sulle presunte irregolarità in un concorso per un posto di professore ordinario nel dipartimento di Economia e Management dell'Università di Pisa, riceviamo e pubblichiamo una nota del professor Massimo Augello, ex rettore dell'Ateneo pisano:

Leggo sui quotidiani di ieri - 27 luglio - che anche io sarei interessato ad una inchiesta giudiziaria, conseguente e derivata da una vicenda concorsuale sulla quale, per verità, vi sono già stati discordanti pronunciamenti da parte del TAR Toscana e del Consiglio di Stato.
Desidero subito precisare di non aver avuto nessuna comunicazione da parte della Procura procedente: è evidente che, ove dovesse pervenirmi, mi adopererei per chiarire la mia posizione, confidando di poterlo fare in tempi brevi e con modalità definitive.
Negli anni del mio rettorato mi sono occupato di molte e importanti questioni, con esiti che tutti possono valutare. Non mi sono invece occupato specificatamente di concorsi se non per esprimere, in tutte le sedi proprie, la necessità di valutazioni meritocratiche rigorose e trasparenti, non solo per evidenti e irrinunciabili motivi etici, ma anche per il raggiungimento dei parametri ministeriali che premiano la bontà del reclutamento e che ci vedono in effetti primeggiare a livello nazionale.

I concorsi universitari - come è noto o come dovrebbe esserlo a chi ne scrive o è chiamato ad occuparsene - hanno un iter complessivo e percorsi, disciplinati dalla legge e dagli statuti, che non rientrano certo nelle prerogative del rettore, ma attengono esclusivamente ai Consigli dei Dipartimento, organi collegiali decentrati composti nel nostro Ateneo da varie decine docenti, che decidono su richieste di posti, tipologie di bandi, composizione delle commissioni, profili scientifico-didattici dei candidati e quant'altro, fino alla proposta di chiamata del vincitore, la quale viene poi trasmessa al Consiglio di amministrazione, che non mi risulta abbia mai disatteso o modificato dette proposte di chiamata. Non solo dunque è infondato e non vero quanto ipotizzato a mio carico nel caso specifico, ma nemmeno lontanamente verosimile.
L'Ateneo di Pisa ha bandito nel corso del mio mandato di rettore più di 800 posti di ricercatore e di professore. Un vero record nazionale di cui siamo orgogliosi. Solamente 5 o 6 di questi concorsi sono stati oggetto di ricorsi, taluni dei quali con esiti nulli, sicché parlare di 'sistema corruttivo' mi sembra tanto infondato quanto ingeneroso nei confronti dei nostri colleghi e dei tanti docenti di altri atenei che sono stati chiamati a svolgere questo importante e delicato compito.
È fin troppo evidente che sarà la magistratura - con il consueto scrupolo - a verificare se nel caso in questione vi siano irregolarità.
Per parte mia, quando questo compito sarà esaurito, valuterò l'intrapresa delle più opportune iniziative a tutela della mia dignità e di quella dell'Ateneo che ho avuto l'onore di guidare.


 

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