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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Operazione Black Ops: condannati due rapinatori della sala slot

Erano ammiratori di Totò Riina e si scambiavano i dettagli sulle rapine da compiere attraverso la chat di un videogioco di guerra che ha dato il nome all'operazione condotta dai Carabinieri

Dopo gli arresti effettuati il 23 giugno 2015 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pisa, uno dei quali eseguito in Francia con un provvedimento di cattura internazionale, sono arrivate le prime condanne per i componenti di una banda criminale specializzata in assalti a mano armata ai danni di sale slot ed esercizi commerciali.

E’ la rapida conclusione di un’indagine complessa, diretta dal Pubblico Ministero della Procura di Pisa, dott. Giancarlo Dominijanni, e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo pisano, che ha fatto piena luce sulle rapine commesse il 13 e 14 aprile 2015, rispettivamente ai danni dell’azienda vivaistica 'La Verde Oasi' di Santa Maria a Monte, con bottino di 150 euro, e della sala slot 'Terry Bell' di Perignano di Lari, con bottino di circa 6mila euro, e che aveva visto coinvolti, a vario titolo, il 21enne G.P., il 27enne S.C. ed il 26enne E.M.

Sei anni di reclusione inflitti al 21enne, quattro invece gli anni inflitti al 27enne, 1400 euro di multa al primo, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, 1200 euro di multa al secondo oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare: sono i numeri del provvedimento sanzionatorio firmato dal Gip Elsa Iadaresta che ha tenuto conto anche dello sconto di pena di 1/3 imposto dalla scelta del rito abbreviato. Il terzo imputato, invece, ha scelto il rito ordinario in corso di celebrazione.

Drammatiche le sequenze raccontate dalle vittime delle rapine: nella sala da gioco 'Terry Bell' di Perignano, era stata la giovane dipendente a vedersi puntata la pistola e costretta a consegnare l’incasso, mentre nell’azienda vivaistica 'La Verde Oasi' di Montecalvoli era stata la proprietaria ad essere minacciata di morte con la pistola puntata alla testa per l’esiguità dell’incasso.  rapinatori sala slot perignano-2

I colpi erano studiati nei minimi dettagli, curando tutte le fasi: dal sopralluogo, effettuato entro i due giorni precedenti il colpo, con un mezzo 'pulito', attraverso il quale venivano verificate le vie d’accesso e le fasce orarie ritenute più idonee ad evitare le criticità del traffico; alla fase 'operativa', effettuata mediante l’approntamento delle armi, che venivano consegnate solo pochi attimi prima del compimento dell’azione, l’irruzione nell’esercizio pistole in pugno, la predisposizione di luoghi dove cambiarsi d’abbigliamento per eludere le ricerche o i controlli delle forze di polizia. I dettagli così raccolti venivano poi diramati tra i complici, con linguaggio criptico, nella chat del videogioco di guerra Black Ops, che ha dato il nome all’indagine, prodotto per le console Playstation Sony e Xbox Microsoft, cui si dedicavano i tre arrestati prima di compiere le rapine.

L’idolo degli arrestati era il boss Totò Riina ed erano soliti salutarsi in chat con l’intercalare “Chi tradisce è un infame”, postando anche la foto del 'capo dei capi'.

Rocambolesca fu la cattura del ricercato S.C., avvenuta anche con la cooperazione delle polizia belga e francese, localizzato grazie alle intercettazioni delle utenze internazionali usate dai suoi fiancheggiatori: dalle indagini era emerso che il giovane, dopo la rapina alla sala slot, nonostante la misura di prevenzione cui era sottoposto, andava in Belgio prima di raggiungere la Francia negli ultimi giorni della sua latitanza. L’epilogo dopo un pedinamento per le vie della città di Bordeaux con il latitante alla guida di un veicolo munito di targhe false.

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