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Cronaca

Confcommercio in mobilitazione permanente: "Sarà crisi sociale con lo sblocco dei licenziamenti"

L'associazione rilancia l'allarme per la crisi economica legata alla pandemia

Confcommercio Provincia di Pisa aderisce allo stato di mobilitazione permanente deliberato dal sistema toscano di Confcommercio in merito alla situazione delle imprese del terziario. A partire da oggi l’associazione di categoria riunisce il proprio consiglio regionale in via permanente, per decidere di giorno in giorno con la massima tempestività le azioni da intraprendere a sostegno del comparto, provato dalle difficoltà scaturite dalla crisi e dalle inefficienze nella sua gestione.

"Lo stato di mobilitazione non è contro qualcuno, ma per qualcosa - afferma il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli - è quantomai urgente richiamare l’attenzione di Governo e istituzioni sul grave stato di prostrazione in cui versano gli imprenditori del terziario e sulle fortissime preoccupazioni riguardo alle prospettive di vita delle loro aziende e al mantenimento degli attuali livelli occupazionali".

L'iniziativa vuole mettere al centro proprio l'occupazione "adottando tutte le idee e strategie possibili per evitare che il comparto, formato in massima parte da micro e piccole imprese, possa perdere quelle preziose risorse umane che fino ad oggi sono state la sua vera forza a livello competitivo. C'è una linea sottile che separa lo scenario di una crisi che da economica rischia di diventare presto sociale  - ribadisce Pieragnoli - gli imprenditori che rappresentiamo sono abituati ad affrontare moltissime difficoltà. Ma quando si mettono in discussione i posti di lavoro, quando le aziende sono costrette a chiudere e a licenziare, allora il problema assume dimensioni molto più gravi. E non solo per le imprese. Per questo siamo seriamente preoccupati per quello che sta succedendo".

Spiega la presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Federica Grassini: "Le nostre imprese vivono di un delicatissimo equilibrio economico tra entrate e uscite, costi e ricavi. Senza questo equilibrio il lavoro dei nostri dipendenti non può essere garantito. Donne e uomini che si sono formati nel tempo, spesso in tanti anni di lavoro, ricoprendo con professionalità ruoli e mansioni nei quali saranno insostituibili e che oggi vivono nella più totale incertezza, come noi imprenditori. Non possiamo andare avanti contando sulle proroghe della cassa integrazione, i nostri dipendenti per primi hanno diritto ad un minimo di sicurezza. Aspettiamo con terrore il giorno in cui cadrà il blocco dei licenziamenti, perché saranno moltissime, troppe, le imprese de terziario incapaci da sole di mantenere gli stessi livelli occupazionali, a fronte della enorme riduzione degli affari in atto ormai da un anno e a costi pressoché invariati, senza interventi decisivi che ci abbiano aiutati a ridimensionare le uscite parametrandole alle entrate. Nel terziario toscano rischiano di sparire almeno diecimila imprese nei prossimi sei mesi e un dipendente su cinque rischia di perdere il posto. Come si fa a non capire le enormi implicazioni sociali che avrà questa situazione per il nostro territorio?".

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