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Cronaca

Pisa Book Festival, taglio del nastro con contestazione: "Ikea, modello di precarietà"

A far scattare la protesta di studenti e precari, sostenuti dai Cobas e Exploit Pisa, la presenza di Sat e Ikea, accusate di non tutelare i lavoratori. I contestatori danno appuntamento al prossimo 14 novembre per lo sciopero sociale

Anche quest'anno come successo alla scorsa edizione. Nel giorno dell'inaugurazione dell'edizione 2014 del Pisa Book Festival studenti e lavoratori precari dei settori della cultura, della ricerca e della logistica hanno portato il loro dissenso, distribuendo volantini a Palazzo dei Congressi, sede dell'evento dedicato all'editoria indipendente. Nel mirino della contestazione oltre alla Fondazione Pisa, "pilastro della 'diffusione' della cultura (a pagamento) a Pisa, partecipe anche della gestione di Palazzo Blu", anche le due novità di questa edizione, ovvero i due sponsor privati Ikea (il festival quest'anno ha come protagonista la cultura scandinava) e Sat.

"La Sat, società dell'aeroporto, dal canto suo, fa profitti sulle spalle di tutti i lavoratori degli appalti, con condizioni di lavoro inumane, come sta dimostrando il caso dello sciopero dei dipendenti della GB - si legge nel volantino - Ikea invece arriva a Pisa e il Comune le consegna le chiavi della città: facilitazioni economiche (ricordiamo la pubblicizzazione massiccia per il lancio dell'apertura, quando il centro cittadino venne letteralmente tappezzato da carta da parati, tovagliette e manifesti a tema, per i quali sono stati imposti costi di affissione pressochè nulli, grazie all'escamotage di non rendere evidente il logo dell'azienda) e agevolazioni urbanistiche (una rotonda comunale 'su misura' nella zona industriale con variante urbanistica nel tempo record di due mesi). Una tale sollecitudine che chi governa questa città non ha dimostrato nella tutela del complesso industriale e di chi vi lavorava".

"Quello che dovrebbe essere un festival pensato per dare spazio alla piccola editoria indipendente - proseguono Cobas e Exploit Pisa - offre, invece, un'ulteriore vetrina (mediante uno stand permanente) ad una mega azienda che si vanta di portare ricchezza e occupazione nel territorio pisano, fregiandosi della propria attenzione alla qualità del lavoro e alle risorse umane. La realtà è ben diversa: Ikea è uno spazio di riproduzione della precarietà e di quelle forme di sfruttamento del lavoro che da anni, ormai, ci vengono imposte come sacrificio necessario per uscire da una crisi prodotta dagli speculatori finanziari"contestazione pisa book festival 7 novembre 2014-3.

E  il riferimento va agli 11 lavoratori del reparto logistica del negozio Ikea di Pisa che dal 1 ottobre non hanno avuto il rinnovo del contratto, "un sostanziale 'licenziamento', mascherato dalla formula del 'mancato rinnovo di contratto'. Ricordiamo come nel punto vendita di Pisa - prosegue il volantino - Ikea si avvale di una platea di centinaia di contratti a tempo determinato di sei mesi (spacciati come periodi di 'formazione') che riguardano quasi tutti i dipendenti. É di pochi giorni fa la notizia, per giunta, del lancio di contratti 'week-end', una nuova forma contrattuale della durata di una manciata di giorni. La precarietà come norma, come filosofia d’impresa".

"Il resto della città, quella che non fa parte e non guadagna da Fondazioni o Imprese di lusso, viene messo ai margini, anzi, viene vessato senza vergogna, mentre i soggetti che lo animano vengono sottoposti a condizioni lavorative di sfruttamento per poi essere licenziati senza nessun preavviso, proprio da aziende come Ikea e la GB - concludono dai Cobas e Exploit Pisa - è il caso dei quartieri, isolati e cascanti a pezzi, non fosse per l'impegno e l'attivazione dei comitati che vi abitano, e degli studenti, in migliaia senza un posto alloggio, costretti a pagare affitti sempre più da rapina, in un mondo della formazione sempre più dismesso".

Studenti, lavoratori precari dei settori della cultura, della ricerca e della logistica e abitanti si preparano ad un nuovo sciopero sociale, in programma il prossimo 14 novembre, per dire no a tutto questo.

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