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Cronaca

Coronavirus, presidio in Prefettura contro la crisi: "Reddito e sanità pubblica per tutti"

La manifestazione è promossa dal sindacato Usb di Pisa

L'Usb di Pisa lancia per domani, sabato 31 ottobre, un presidio di fronte alla Prefettura di Pisa per tornare a chiedere misure di sostegno al Governo per chi è colpito dalla crisi legata all'emergenza santiaria e le misure di contenimento. 

Diverse le proposte e le richieste del sindacato: "Misure economiche di protezione effettiva di tutta la popolazione, un reddito che copra tutta la fase della crisi e della emergenza sanitaria; lockdown veri, capaci di isolare e sconfiggere il virus, senza continuare a subire le pressioni di Confindustria che tiene in ostaggio
il paese perché le fabbriche devono continuare a produrre; mezzi e personale nella sanità pubblica sufficienti,  le risorse si trovino tassando i grandi patrimoni e diminuendo le spese militari".

"Se non viene fatto tutto questo in tempi rapidi - avvisa Usb Pisa - sarà il tracollo economico per centinaia di migliaia di persone in tutto il paese, il grido che si alza delle piazze di questi giorni non può rimanere inascoltato: se ci chiudi, tu ci paghi!".

Aderisce al presidio anche Potere al Popolo! Pisa: "Lockdown - Bonus Vacanza - Coprifuoco - Lockdown. Questo agghiacciante 'gioco dell’oca', che sta costando la vita a migliaia di persone, dipende dalle scelte politiche di questi mesi. Occorre dire la verità all’opinione pubblica e trovare le vie di uscita da un incubo che altrimenti distruggerà la vita, la salute, il lavoro e la sicurezza di altri milioni di persone. Dagli ospedali di Pisa, come da quelli di tutta Italia, si leva un grido di disperazione: siamo al collasso! Mancano medici, tecnici, infermieri specializzati, posti letto, reagenti per fare le analisi. Per salvare il maggior numero di infettati da covid rischieranno la vita malati affetti da altre patologie. In questi mesi non è stato fatto niente per rafforzare la sanità pubblica, distrutta dai tagli bipartisan degli ultimi 10 anni (meno 37 miliardi, meno 70mila medici e personale sanitario). Il balbettio di Conte di fronte alla evidente inefficacia dell’ultimo DPCM, che chiude ristoranti, bar, palestre e circoli culturali, nasconde la 'voce del padrone', di chi come l’attuale presidente di Confindustria Bonomi non intende assolutamente bloccare la grande produzione. I profitti verrebbero meno, insieme a 'fette di mercato' da contendere ad altrettanti pescecani sparsi per il mondo. Sull’altare di questa competizione economica e finanziaria globale si sacrificano, coscientemente, anziani, malati, medici, infermieri, lavoratori. I soldi ci sono per invertire la tendenza, ma se vanno alla sanità pubblica, al sistema educativo pubblico, alla sicurezza sui posti di lavoro non entrano nelle tasche dei padroni. Come sempre, occorre scegliere le priorità: o il profitto o la salute delle maggioranze".

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