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Cronaca

Coronavirus, Menichetti: "Vaccinare a tappeto. Ok al Green Pass, ma non copiamo la Francia"

Il primario di Malattie Infettive dell'ospedale Cisanello fa anche il punto sulla pressione nei reparti Covid

La strada maestra per uscire dall'emergenza è stata imboccata. E nonostante gli ostacoli già frapposti sul cammino e quelli che molto probabilmente si presenteranno nei prossimi mesi (intesi come possibili nuove varianti), il traguardo è raggiungibile: contro il Coronavirus l'arma principale rimane la vaccinazione. Lo spiega a chiare lettere il primario di Malattie Infettive dell'ospedale Cisanello Francesco Menichetti, che non esita di fronte ai numeri crescenti registrati negli ultimi giorni: "La variante Delta sta facendo il suo lavoro, diffondendosi principalmente nelle fasce di popolazione scoperte dal siero anti-Covid e nelle persone con una vita di comunità più attiva. Da questa considerazione muovo verso una riflessione che poggia su solide basi: con il vaccino si mette al sicuro la propria salute e si compie un gesto enormemente altruista verso l'intera comunità".

A traino della campagna vaccinale viene il passaporto sanitario, che negli ultimi giorni è salito alla ribalta come un possibile nuovo strumento da sfruttare per consentire lo svolgimento della vita 'normale', fatta di eventi, viaggi, pranzi e cene nei ristoranti, attività da svolgere insieme ad altre persone. "La Francia ha fatto un salto in avanti utilizzando il Green Pass come discriminante centrale nella partecipazione alla vita di comunità - commenta Menichetti - è la strada scelta dai nostri cugini, che in sole 24 ore ha portato alla prenotazione di quasi un milione di persone sul portale per la vaccinazione. Direi quindi che la decisione del presidente Macron ha portato ottimi frutti. Non penso però che in Italia ci si debba limitare a copiare anche nelle virgole il percorso intrapreso dalla Francia".

Secondo il primario di Malattia Infettive "occorre individuare una via italiana all'utilizzo del Green Pass. Andando a discernere caso dopo caso l'effettiva utilità del passaporto sanitario. Penso ai dubbi, leciti, sollevati dalle categorie dei ristoranti o dei baristi. Ciò che è più importante, però, è preservare la premialità del Green Pass: chi è coperto dal vaccino può godere di libertà maggiori rispetto a chi ancora non ha ricevuto le due dosi di siero. Ma tutto deve essere attuabile e soprattutto verificabile". Il professore fa l'esempio del personale sanitario: "Dal 1 aprile è entrato in vigore l'obbligo della vaccinazione, pena la sospensione dalle mansioni lavorative. In tantissimi casi chi non si è ancora sottoposto alla vaccinazione sta ancora lavorando: è in questo senso che occorre un cambio di passo. Soltanto applicando le norme si incentivano anche i dubbiosi a correre a prenotare le proprie dosi".

La campagna vaccinale, dopo diversi mesi di accelerazione costante, è entrata in una fase di stagnazione. "Perché ci stiamo scontrando con le sacche più resistenti di cittadini contrari al vaccino - commenta Francesco Menichetti - con queste persone bisogna confrontarsi, parlare e comunicare in modo positivo tutti i vantaggi della protezione derivante dalla vaccinazione. Ed evidenziare in modo assertivo anche i benefici dell'accesso agli eventi di comunità con il Green Pass. Credo che il prossimo scalino sia proprio quello dell'obbligo del pass per alcuni comparti della vita sociale, una tappa intermedia che potrebbe preludere all'obbligo di vaccinazione per alcune fasce della popolazione: quelle che hanno pagato e stanno pagando il prezzo più alto".

E su questo punto il primario di Malattie Infettive espone l'ultima riflessione, lanciando anche un messaggio confortante: "La crescita dei contagi a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni è figlia della variante Delta. Un fenomeno atteso, in parte previsto: come preventivato, però, i soggetti vaccinati molto difficilmente contraggono il virus e in misura risibile sviluppano sintomatologie gravi. Infatti la pressione sui reparti Covid, per quanto riguarda le strutture pisane, ma anche regionali e nazionali più in generale, rimane molto bassa. Nelle prossime settimane anche questo quadro potrebbe peggiorare, ma mi auguro che non raggiunga le criticità della seconda e terza ondata, quando ancora la popolazione non era protetta dal vaccino".

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