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Cronaca

In centinaia in corteo a Pisa per lo sciopero generale dei sindacati di base

Manifestazione in centro, da Piazza Vittorio Emanuele II fino in Prefettura, contro la manovra economica e la guerra

Operai Piaggio e Geofor, lavoratori e lavoratrici dell'eroporto Galilei, delle Cooperative, del Pubblico Impiego e dell'Università, ricercatori compresi, fino ai Vigili del Fuoco. Poi i gruppi dei Pensionati, degli Inquilini e Abitanti di Asia-Usb. I sindacati di base, Usb, Cobas, Sgb, Usi e Cub, sono scesi in strada stamani, 2 dicembre, per manifestare la loro contrarietà alla manovra economica e alle politiche del Governo Meloni, politiche "di attacco ai salari, ai diritti e di prosecuzione della guerra, sostenuta nei fatti dalla complicità di Cgil-Cisl-Uil".

Alcune centinaia le persone che da Piazza Vittorio Emanuele II, primo concentramento, hanno percorso i lungarni e Ponte di Mezzo per chiudere davanti alla Prefettura. "Un grande segnale di unità nel conflitto del sindacalismo conflittuale - scrive in una nota Usb Pisa - affiancato dagli studenti in lotta contro la militarizzazione dell'Università e dalle forze politiche solidali. Domani tutti e tutte a Roma per la manifestazione nazionale!". 

La mobilitazione incassa il sostegno delle forze politiche in Consiglio comunale Una città in comune - Rifondazione Comunista: "La manovra finanziaria che l'esecutivo si appresta a varare è in sostanziale continuità con l’impianto del governo Draghi, ma con l'aggravante di colpire le fasce deboli e popolari, privilegiando gli strati medio-alti della società: vanno in questa direzione il taglio del reddito di cittadinanza e del numero di beneficiari, la riduzione risibile dell'Iva su prodotti essenziali e al contempo l'introduzione di 'elementi di flat tax' e di agevolazione fiscale per imprese e professionisti. Al tempo stesso, il governo destina risorse insufficienti per la sanità e la scuola, e porta avanti il surreale Ponte sullo Stretto di Messina mentre si riducono infrastrutture e trasporti per lavoratori e studenti pendolari. A ciò si aggiungerà a breve il decreto per rinnovare lo stato di emergenza legato alla guerra in Ucraina, che consentirà di proseguire con l’invio di armi e, di fatto, aumenterà le spese militari e i finanziamenti delle missioni all’estero, scavalcando ancora una volta il Parlamento. In una fase di gravissima crisi sociale ed economica, che si profila di natura strutturale, con il caro bollette e l’aumento dell’inflazione che colpisce salari e pensioni, lo sciopero del 2 dicembre rappresenta un passaggio importante per la crescita di un movimento di opposizione al Governo Meloni e per la costruzione di una alternativa di sistema. Solo la convergenza delle lotte sociali può dare respiro all’opposizione contro il governo della destra e costruire l’alternativa alle politiche antipopolari e belliciste, portate avanti da centrodestra e centrosinistra negli ultimi vent'anni".

"Anche noi di Potere al Popolo - scrive il partito in una nota - abbiamo partecipato al corteo che ha visto la presenza di 500 persone. La manifestazione si è conclusa davanti al palazzo della prefettura dove sono intervenuti esponenti delle varie realtà partecipanti tra cui Usb, Cobas, Cambiare Rotta, Rete dei comunisti e Movimento no base. I temi sono stati molti: dal costo della vita aumentato vertiginosamente, alla condanna dei morti sul lavoro e dell'alternanza scuola lavoro, il no deciso alla prosecuzione della guerra che sottrae risorse a settori importanti come la sanità pubblica, scuola pubblica e ricerca e l'aumento sconsiderato delle bollette che incide pesantemente su milioni di famiglie. A conclusione di questa importante giornata è stato ricordato  che sabato 3 dicembre saremo a Roma per una grande manifestazione nazionale. Giù le armi su i salari!".

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