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Cronaca

Primo maggio di corteo e protesta per Usb: "Il governo Meloni favorisce precarietà"

I militanti hanno sfilato sui lungarni

L'Unione Sindacale di Base ha dato vita a un Primo maggio di protesta attraverso i lungarni e piazza Garibaldi. I militanti del sindacato hanno sfilato nella mattinata di ieri per ribadire la contrarietà alle recenti misure varate dal governo Meloni: "La decisione di convocare un Consiglio dei ministri nella data del Primo maggio per annunciare la cancellazione del Reddito di Cittadinanza, più libertà alle imprese nell’utilizzo dei contratti a termine e un nuovo ridicolo taglio al cuneo fiscale costituisce una vera e propria provocazione verso tutto il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici".

"L’aumento della precarietà viene spacciato come 'politica per il lavoro', così come la vergogna del Decreto Cutro è stata contrabbandata come una misura di sostegno al lavoro delle donne. L’abolizione del sostegno all’affitto invece non l’hanno neanche giustificata: lo hanno tolto e basta. Attraverso l’uso spudorato della menzogna, il governo Meloni prova a raccontarci una realtà che non esiste".

Il sindacato prosegue: "Ma il Primo maggio è una giornata simbolica e utilizzarla per affermare una narrazione ispirata alla retorica mussoliniana e finalizzata a nascondere le condizioni di sfruttamento e di bassi salari, che sono il dato drammatico che stiamo vivendo, è un’operazione insidiosa oltre che spregevole. Questo governo sta rispettando tutti i diktat dell’Unione Europea sul piano delle politiche sociali e del lavoro, così come si è completamente uniformato alle richieste USA sul sostegno alla guerra in Ucraina. Ma non si accontenta, vuole introdurre una sua lettura del mondo e per farlo è costretto a recuperare la cultura da cui proviene, quella del Ventennio".

"Per questo il Primo maggio 2023 assume un valore particolare: scendere in piazza a rivendicare l’aumento dei salari e il no alla guerra, secco e incondizionato, è anche una difesa della nostra storia e del punto di vista indipendente del movimento dei lavoratori di tutto il mondo. E' il rifiuto netto del messaggio tossico che il governo diffonde per dividere la società, mettendo i lavoratori contro i percettori di reddito e i lavoratori italiani contro quelli stranieri".

"Il Primo maggio è la giornata di noi lavoratori e lavoratrici, delle persone precarie, di chi non ha una casa o fatica a conservarla, è la nostra Festa. Una giornata per rivendicare più salario, più servizi e meno precarietà. Per chiedere di introdurre il reato di omicidio sul lavoro, in modo da interrompere la strage quotidiana di lavoratori. Per reclamare il diritto al reddito e alla casa. Per rompere l’odioso ricatto del rapporto di lavoro per avere diritto al permesso di soggiorno. E per dire no alla partecipazione del nostro Paese alla guerra".

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