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Cronaca

Vende le figlie ai cugini per il matrimonio: le reazioni

Il sindaco Conti: "Ci batteremo per sradicare queste pratiche inaccettabili"

Fa discutere il caso del 47enne arrestato dalla Polizia di Pisa per vari reati, tra cui quello di aver maltrattato le figlie per costringerle a sposarsi con i cugini, ai quali sarebbero state vendute in cambio di denaro. Si tratta di un reato, quello di 'induzione o costrizione al matrimonio' introdotto ad inizio agosto dal 'codice rosso'. Quello 'pisano' è il primo caso in Italia in cui viene emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per questa tipologia di illecito.

"Di recente - dice il sindaco di Pisa Michele Conti - abbiamo chiuso un campo nomadi perché siamo consapevoli che è in certi ambienti chiusi che si alimentano pratiche e usanze non più accettabili nella nostra epoca ai danni di giovani donne che devono essere libere di scegliere il proprio destino. Chiunque vive nel territorio italiano deve avere piena consapevolezza di essere soggetto e tutelato dalle leggi dello Stato e di non subire usanze e riti che vengono da culture ormai superate e che non tengono in conto il ruolo dell’individuo, in particolare della donna. Ci batteremo per sradicare queste usanze, come la 'induzione al matrimonio', che oggi sono a tutti gli effetti riconosciute reati dalla legge; ringrazio la Procura della Repubblica di Pisa e la Squadra Mobile della Questura di Pisa per la brillante operazione portata a termine".

Sulla vicenda interviene anche il vicesindaco, Raffaella Bonsangue. "Quello del primo arresto in ottemperanza del cosiddetto 'codice rosso' avvenuto a Pisa è un primato italiano che non ci conforta e conferma casomai la necessità di questa nuova legge, nata proprio per il contrasto delle violenze domestiche ai danni soprattutto di donne, con l’introduzione della nuova figura di reato della induzione al matrimonio che ha consentito alle forze dell’ordine e alla magistratura di portare a termine questa operazione grazie alla coraggiosa denuncia delle due giovani donne. C’è ancora tanto lavoro da fare, soprattutto sul piano culturale, per impedire odiosi soprusi".

"Si tratta di una legge - dichiara Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega - fortemente voluta dal nostro partito e dai ministri Salvini e Bongiorno. Ancora una volta la Lega dimostra di aver governato proponendo soluzioni concrete e reali. È un risultato importante nel contrasto alla violenza contro le donne e non possiamo non essere grati anche alle forze dell’ordine impegnate nell’operazione. La sinistra da anni ha fatto propaganda riempiendosi la bocca con tante promesse per aiutare le donne in difficoltà, ma gli unici atti concreti a livello legislativo sono stati fatti dalla lega quando era al governo".

Sulla stessa linea il deputato leghista Edoardo Ziello che afferma: "Il 'codice rosso' è un provvedimento che abbiamo fortemente voluto. Mi auguro che questo individuo, ora in custodia cautelare, venga processato al più presto. Le accuse sono pesantissime e numerose: un aguzzino che per anni non avrebbe avuto né pietà delle proprie figlie né rispetto delle leggi italiane merita di riflettere sulle proprie responsabilità per tanti anni, fino all'ultimo giorno di pena e senza sconti". 

Ad intervenire sull'accaduto anche la consigliera comunale leghista Annalisa Cammellini: "Come gruppo consiliare della Lega siamo soddisfatti del risultato ottenuto dalla Squadra Mobile della Questura di Pisa. Un plauso al Questore per il brillante coordinamento nell'operazione".

"I fenomeni che emergono dall'inchiesta di Pisa - afferma infine il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi - sono in netta contraddizione con la libertà delle donne. Vendere le proprie figlie e combinare matrimoni in Italia non può essere tollerato per nessuna ragione. La Regione Toscana sta dalla parte delle giovani donne, sollecita e sostiene le indagini e ogni forma di mobilitazione culturale per promuovere la parità di genere e per denunciare queste forme brutali di asservimento delle donne. Allo stesso tempo promuove i servizi di protezione e sicurezza delle vittime di violenza e di chi subisce qualunque riduzione della propria libertà individuale. È inaccettabile che si scambi l'integrazione con un regresso della condizione delle donne e del rispetto dei loro diritti inalienabili".

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