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Cronaca

Attrattiva e internazionale: l’industria pisana corre e recupera i livelli pre-Covid

Il presidente della Uip Andrea Madonna esalta la riconoscibilità e l'identità delle imprese pisane a livello regionale

Attrattiva e internazionale, la provincia di Pisa è entrata nel 2023 recuperando il terreno perduto nell’ultimo biennio segnato da Covid e crisi energetica e confermando la strutturale vocazione all’export: +22% negli ultimi 9 mesi del 2022 a confronto con lo stesso periodo del 2021. Il dato è ancor più considerevole se contestualizzato nei dati della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest: +14% complessivo e, nello specifico, +20% per la provincia di Lucca e -8,4% per quella di Massa.

"Vivendo ancora un momento assai complesso, e comunque oramai segnato da sempre più improvvisi e veloci rivolgimenti, il fatto che la nostra provincia confermi il proprio tratto vocato all’export è incoraggiante e dimostrativo della solidità delle nostre aziende" così commenta Andrea Madonna, presidente dell’Unione Industriale Pisana. "In questo quadro, fra l’altro, registriamo la crescita delle due ruote (+19%), di pelli e cuoio (+17%), della farmaceutica (+102%) e della chimica gomma-plastica (+66%) - spiega - tutti settori storici e connotanti dell’industria pisana. Al segno largamente positivo è abbinato un ragguardevole aumento dei milioni di euro esportati, ma in questo caso - specifica il presidente UIP - il dato deve essere letto alla luce dell’inflazione che, come è noto, ha portato a un aumento dei prezzi. Ciò non toglie comunque rilievo al dato assoluto che conferma l’attrattività dei prodotti del nostro territorio e la prospettiva internazionale delle nostre aziende".

L’industria pisana stacca le altre realtà della Toscana costiera anche nelle voci 'occupazione' e 'innovazione'. Nel 2022 nell’area della Toscana Nord Ovest si registrano 81mila assunzioni (dati Camera di Commercio TNO), 32.600 delle quali nella provincia di Pisa che, nel rapporto tasso di occupazione/disoccupazione (67,3%/6,8%), supera la media toscana (65,6%/7,5%) e della TNO (63,4%/9,5%). "Se, da un lato, il fatto che le assunzioni siano in aumento attesta il buono stato di salute delle nostre aziende, dall’altro - precisa Madonna - permane una criticità che ci vede da anni impegnati in azioni concrete di contrasto: la difficoltà, cioè, di trovare profili specializzati per le esigenze sempre più specifiche e tecniche della nostra industria. Ecco perché Uip intende proseguire nella linea di mantenere e potenziare i rapporti tra aziende, scuole, università e centri di ricerca per aumentare la consapevolezza degli studenti delle opportunità lavorative e formative offerte dal nostro territorio".

Il fruttifero rapporto industria/università è comprovato dai dati sulle imprese digitali e i brevetti. Su 312 Start-Up e PMI innovative della Toscana Nord-Ovest, ben 200 sono nella provincia di Pisa, dove negli ultimi dieci anni si registra un aumento del 56%. "Un recente studio della Dg Politiche regionali della Commissione UE sulla attrattività delle regioni italiane per i giovani - commenta Madonna - mostra una Toscana che in questo senso ancora riesce a difendersi". Lo studio indica per 13 regioni su 21 un significativo declino demografico e difficoltà nell’attrarre e formare i giovani portandoli fino alla laurea. "Non è il caso della Toscana - ribadisce il presidente UIP - dove fra l’altro il contesto Pisa brilla e fa la parte del leone perché capace di attrarre giovani in cerca di una formazione universitaria e post-universitaria di alto profilo e di opportunità lavorative. Tutto questo si riflette appunto nel dato relativo all’aumento di start-up, imprese digitali e numero di brevetti, segnali di grande dinamicità e vivacità".

La vivacità è il tratto distintivo di un altro settore, quello dell’edilizia, rilanciato dagli effetti del Superbonus 110%. "Al netto dei correttivi, assolutamente necessari per le ragioni che il Governo ha ben spiegato - commenta Madonna - non possiamo non prendere atto e riflettere sul dato della Cassa Edile di Pisa che da 38 milioni e mezzo di monte salari (dei dipendenti che lavorano nel settore) del 2019 è arrivata, nell’ultimo anno, a oltre 58 milioni di euro. Gli effetti di tutto questo si vedono nell’indotto sociale ed economico, avendo fatto questo settore da traino per altri, come infissi, vetro, alluminio, cartongesso, tutti con importanti basi ed eccellenze nella nostra provincia".

Per quanto riguarda il posizionamento dell’industria pisana e della sua rappresentanza nel sistema economico regionale, mentre sta per diventare operativa la fusione tra le Confindustrie di Livorno e Firenze, la provincia di Pisa con i dati appena analizzati conferma la propria eccellenza in vari settori importanti della manifattura (due ruote, componentistica automotive, farmaceutico, concia e calzature, digitale e start up innovative). "L’idea di eventuali accorpamenti - dichiara il presidente dell’Unione pisana Andrea Madonna - non mi vede prevenuto a priori. Personalmente non ho nessun tipo di preclusione rispetto a cambiamenti e novità che abbiano una base logica e razionale. Per quanto riguarda la nostra associazione, ad oggi, non esiste alcun procedimento in atto, ma se prima o poi ci si presentasse una simile possibilità, il metodo in base al quale prenderla in considerazione deve rispondere prima di tutto a una logica che sia di reale interesse e vantaggio per le aziende che rappresentiamo e a un metodo che tenga conto dell’aspetto territoriale e della affinità di obiettivi".

Dati positivi confermati anche a livello associativo per l’Unione Industriale Pisana che negli ultimi tre anni ha registrato un incremento del 35% di nuove associate. "La capacità delle nostre aziende di 'bucare' i mercati internazionali e di confermarsi attrattive in ogni senso confermano la vivacità di un territorio assolutamente strategico sotto molti profili nonostante la penalizzante assenza di un moderno sistema di infrastrutture - commenta infine Andrea Madonna - La mancanza dell’Alta Velocità, di un’autostrada competitiva e in generale di collegamenti realmente veloci, razionali e funzionali a una mobilità moderna isola la provincia di Pisa con effetto a cascata sulle realtà industriali costiere. Il tema delle infrastrutture continua a essere prioritario per l’Unione Industriale che lo porterà su tutti i tavoli, locali e nazionali. Fare sistema e aumentare la capacità attrattiva della nostra Provincia e della nostra associazione è uno degli obbiettivi, avendo anche individuato un delegato per questo ruolo".  

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