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Cronaca

Pochi soldi da spendere e strapotere del 'Black Friday': il monito delle associazioni di categoria

Confcommercio e Confesercenti mettono in guardia dagli sconti sulle piattaforme digitali e parlano anche dei saldi invernali

"L'inizio della stagione per i negozi alla moda è stato deludente, il confronto con il 2021 segna un -12,8% nel solo mese di ottobre. Non c'è da stare allegri". Guarda preoccupato agli ultimi dati il presidente provinciale di Federazione Moda Italia Confcommercio Lorenzo Nuti, che riveste anche la delega nazionale ai giovani imprenditori: "Non sarà il Black Friday a risollevare l'andamento di questo inizio di stagione, con una situazione resa difficile da una serie di fattori. Il caro energia registra aumenti in bolletta mediamente superiori al 100%, l'inflazione sfiora il 12%, in più l'autunno caratterizzato da un caldo record e la situazione di incertezza, tutto ciò comprime fortemente le possibilità di spesa delle persone e inevitabilmente condiziona negativamente gli acquisti in negozio".

Se fronteggiare la concorrenza online è diventato ormai abituale per i negozi al dettaglio e di vicinato del settore abbigliamento e calzature, il presidente Nuti condanna il Black Friday all'italiana: "Negli Stati Uniti la promozione dura un giorno soltanto, mentre la versione all'italiana ormai non ha più neanche un inizio e una fine determinata. Siamo passati da un giorno solo, ad un week end, adesso le promozioni dei grandi store, soprattutto online, sono iniziate già da una settimana, con effetti devastanti sui comportamenti di mercato dei consumatori e sui margini già risicati delle aziende di settore di settore. Questo modo di fare non può continuare all'infinito".

"I negozi di vicinato stanno già adesso svolgendo un ruolo determinante nel calmierare i prezzi, perché se da un lato l'inflazione sfiora il 12% dall'altro i nostri prezzi sono rimasti invariati perché non abbiamo fatto rincari - aggiunge Nuti - Per questo diciamo ai nostri clienti di fare attenzione agli sconti troppo alti, è impensabile che un capo di stagione sia scontato sopra il 30%. Purtroppo non è raro il fenomeno in cui interi stock di capi sono prodotti con il solo scopo di andare direttamente a sconto, a tutto scapito della qualità". Nuti rinnova l'invito a rivolgersi ai negozi al dettaglio, che "garantiscono trasparenza sui prezzi, qualità del prodotto, professionalità del servizio".

"260 euro è il budget medio previsto per questa settimana del Black Friday, peccato però che saranno solo meno del 30% coloro che lo spenderanno nei negozi di vicinato. E che dire di un mese di novembre in cui le promozioni sono state praticamente senza soluzione di continuità ben oltre il 'mitico ultimo venerdì' e soprattutto di un avvio dei saldi di fine stagione il prossimo 5 gennaio". La preoccupazione per il settore abbigliamento, in particolare, arriva da Confesercenti Toscana Nord che prende spunto dalla settimana del Black Friday per arrivare all’inizio dei saldi invernali del prossimo gennaio.

"Quest’anno il periodo degli sconti si è esteso ben oltre i confini della settimana del Black Friday - spiega il responsabile area pisana Simone Romoli - con offerte scontate già dal primo novembre, caratterizzate da una campagna pubblicitaria di dimensioni inedite: un sondaggio condotto da Confesercenti con Ipsos ha evidenziato come l’86% degli italiani maggiorenni, circa 32 milioni di persone, abbia ricevuto un’offerta promozionale diretta, soprattutto via mail (79% delle indicazioni), sms (27%), Whatsapp (18%), o telefono (11%). Per la settimana dei super sconti il budget a disposizione dei clienti è in media di 261 euro, ma solo il 30% sceglierà i negozi tradizionali. Il 57% di chi comprerà al Black Friday ha poi dichiarato di voler utilizzare l’occasione per acquistare già un regalo per Natale".

Ma quello che preoccupa ancor di più Confesercenti Toscana Nord è il 5 gennaio, data di inizio quest’anno dei saldi di fine stagione. Una preoccupazione che ha spinto il proprio sindacato di categoria Fismo a rivolgersi direttamente all’assessore regionale Leonardo Marras per chiedere uno spostamento a febbraio. Ancora Romoli: "Da alcuni anni la Conferenza Stato Regioni aveva individuato l’inizio di gennaio per i saldi invernali e l’inizio di luglio per quelli estivi, i periodi nei quali in maniera quasi uniforme le Regioni deliberavano in merito. Il contesto generale è purtroppo cambiato in modo radicale negli ultimi anni, la pandemia con tutto quello che ha significato in termine di restrizioni e chiusure, e soprattutto i cambianti climatici sempre più accentuati rappresentano una variabile non più sottovalutabile".

"In queste prime settimane di autunno la situazione è ulteriormente peggiorata tanto che solo da qualche giorno, a poco più di un mese dalla data presunta di inizio saldi, è forse iniziata la stagione autunnale dal punto di vista meteorologico e quindi anche commerciale per la vendita invernale. E’ comprensibile quindi la grande preoccupazione della stragrande maggioranza dei piccoli negozi di trovarsi ad inizio gennaio con i magazzini ancora pieni di merce, con danni economici difficilmente sostenibili per molte attività vista la necessità di vendere sottoprezzo per l’inizio dei saldi". Da qui la richiesta alla Regione. La conclusione del responsabile area pisana di Confesercenti Toscana Nord: "Abbiamo chiesto all’assessore Marras di valutare questa situazione straordinaria che rischia seriamente di minare la stabilità di tante piccole attività, spostando la data del via alle vendite di fine stagione almeno ad inizio febbraio per permettere alle nostre imprese di recuperare parte dei loro profitti. Crediamo comunque che il tema vada affrontato in modo finalmente approfondito, cercando di capire se questo strumento ha ancora un senso così come lo conosciamo a fronte di un mercato completamente senza regole, dall’on-line alla grande distribuzione, e nel quale rischiano seriamente di farne le spese le piccole e piccolissime aziende".

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