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Cronaca

Navicelli, crolla un capannone: ricerche sotto le macerie

Sul posto i Vigili del Fuoco per cercare eventuali persone sotto i detriti, eventualità poi scongiurata. La causa del crollo della struttura in disuso sarebbe da ricercare nel furto dei tiranti in acciaio

Un crollo nell'area industriale dei Navicelli dove una parte di un capannone, in via delle Colombaie, ha ceduto. Sul posto hanno operato per molte ore i Vigili del Fuoco. In un primo momento infatti si era temuto per la presenza di qualcuno sotto i detriti, eventualità scongiurata, visto che dai controlli non sono state rinvenute persone. Sul luogo del crollo anche i mezzi del 118 e la Polizia, oltre alle unità cinofile.

La probabile causa del cedimento è da ricercare probabilmente nel furto dei tiranti in acciaio che reggevano la struttura in disuso: fino a qualche anno fa lo stabile era occupato da una ditta di prefabbricati. I Vigili del Fuoco sono stati avvisati stamattina intorno a mezzogiorno, ma il crollo quasi sicuramente è avvenuto nella notte.

REAZIONI. Appena appresa la notizia del crollo di una parte del capannone nella zona dei Navicelli, i consiglieri comunali di Una città in comune-Prc, Ciccio Auletta e Marco Ricci,  hanno voluto esprime la loro dura presa di posizione.
“Registriamo il grave episodio che ha visto il crollo di una parete di un capannone abbandonato nell'area ex-Galazzo - così scrivono i due consiglieri - e nella speranza che nessuno sia rimasto sepolto dalle macerie, evidenziamo come oggi si manifesti in tutta la sua pericolosità la scelta di lasciare aree abbandonate, in particolare da parte di soggetti privati, in attesa di rendite più o meno speculative. Diciamo da tempo che il recupero delle aree abbandonate deve essere una priorità, condizione indispensabile per poter pensare di urbanizzare nuove aree. Nella zona industriale dei Navicelli è avvenuto esattamente il contrario: a fronte di numerosi capannoni con relativi terreni abbandonati, si è urbanizzata ex novo un'area di 700.000 mq per la realizzazione di nuovi capannoni. Le previsioni per quelle aree dovevano servire a sviluppare l'artigianato e servizi legati alla cantieristica, ma poi si è proceduto a cambi di destinazioni d'uso ad area commerciale (Ikea). Purtroppo - concludono Auletta e Ricci - il degrado e il pericolo non dipendono da cause di forza maggiore, ma dalle logiche della rendita fondiaria, degli interessi privati e da scelte ben precise di governo del territorio, che noi denunciamo”.

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