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Cronaca

Il 2020 è l'anno del Coronavirus: la cronistoria di cosa è successo a Pisa

Paura e misure di contenimento fino ai lockdown, poi la solidarietà, infine le polemiche: è la storia della pandemia lunga quasi 365 giorni

Ci sono anni, nella storia, quella con la S maiuscola, che portano il nome di un accadimento avvenuto nell'arco di 365 giorni. Questo è stato uno di quelli ed anche di più: il 2020, l'anno del Coronavirus.

La pandemia ha caratterizzato la vita di tutti, tutti i mesi dell'anno. Come dimenticare le impressionanti immagini di marzo delle bare dei defunti trasportate fuori da Bergamo dall'Esercito, perché le strutture del cimitero locale non avevano più spazio per contenerle. In Toscana, ed in particolare a Pisa, non si sono vissuti momenti così drammatici. Il conto dei dati regionali, a metà dicembre, vede comunque oltre 15mila contagiati accertati in provincia (imprecisabile effettivamente il numero degli asintomatici), con più di 370 decessi.

Arriva il Coronavirus, nemico sconosciuto

La prima notizia sul Coronavirus ad impatto locale, ancora marginale, riguarda la diffusione delle prime indicazioni del Ministero della Salute alla Regione Toscana. E' ancora il 22 gennaio e Wuhan, l'epicentro cinese della malattia, è appena stata messa in quarantena. Mentre si muovono le istituzioni e nessun caso viene registrato, ci sono le prime preoccupazioni, con un sospetto caso Covid a Cisanello poi smentito a fine mese. Cominciano gli appelli alla calma, a non cedere all'allarmismo, mentre si prevedono le iniziali misure di controllo in particolare negli aeroporti. Ovviamente non basterà: il 22 febbraio è il primario di Malattie Infettive dell'ospedale di Pisa Francesco Menichetti a confermare la valutazione clinica di alcuni soggetti a Cisanello, risultati poi negativi. 

Vengono prese misure di tutela. Compaiono i dispenser di gel igienizzante, scompaiono viaggiatori e turisti. A Firenze il 25 febbraio il primo tampone positivo. Fra i primi impatti economici, l'avvicinarsi di un pericolo che sembrava lontano, l'Amuchina introvabile sugli scaffali e gli appelli, la pandemia è già arrivata. Lo stesso 25 febbraio il sindaco di Pisa Conti firma la prima ordinanza di quarantena. Arrivano le segnalazioni di positivi in Toscana, aumentano le quarantene in provincia (ancora si facevano singolarmente). La Regione deve cominciare a ridurre l'attività ordinaria negli ospedali per rispondere agli accessi in aumento, è il 4 marzo. Il giorno dopo, il 5 marzo, il primo decreto governativo che chiude le scuole e introduce il distanziamento sociale. 

Tam tam di notizie e confusione, seguire il conto 'in diretta' sembra già un'attività impossibile. Sempre il 5 marzo c'è il primo bollettino Asl che conferma casi positivi in provincia di Pisa. In città è un docente universitario. Proseguono chiusure a tappeto, viene annullato il Capodanno Pisano. E' iniziata la lotta a tutto campo al virus. 

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