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Cronaca

Daspo urbano a Pisa: l'intervento di Progetto Rebeldìa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

I nuovi provvedimenti a firma Minniti-Orlando mettono nero su bianco l'entità del disegno sistemico che tiene insieme la distruzione delle politiche sociali e l'esasperazione delle misure repressive nelle nostre città.

Chi sono i soggetti colpiti da questa vera e propria guerra ai più deboli?
Le fasce sociali più deboli, chi scende in piazza a manifestare dissenso, chi sostiene o promuove le lotte collettive,chi esercita piccole forme di commercio in strada, chi sta nei parcheggi per raccogliere pochi spiccioli.

Qual è lo strumento attraverso cui si vanno a colpire gli ultimi, gli abitanti delle "geografie sommerse” delle nostre città?
Il Daspo Urbano, un provvedimento a limitazione della libertà personale di tipo amministrativo, che quindi non prevede neanche la garanzia della decisione di un giudice per la sua applicazione.

Nella nostra città il quadro pare essere il seguente:il Pd, pressato dalla Lega Nord, sta provando a forzare l'iter di modifica del regolamento della polizia municipale - il sindaco parla di “procedimento accelerato” - per poter applicare i Daspo, mentre le forze di centro-destra e il Movimento 5 Stelle non li ritengono sufficientemente “efficaci” poiché, ad oggi, Piazza dei Cavalieri risulterebbe esclusa dalle zone in cui il dispositivo potrebbe essere applicato. Il comandante della polizia Municipale Stefanelli sostiene che alcune zone, come Piazza delle Vettovaglie e Piazza dei Cavalieri, se inserite nella mappa del Daspo, provocherebbero un “effetto boomerang”, rischiando forti ritorsioni contro le forze dell’ordine, a causa del sovraffollamento delle piazze nelle ore serali.
Questa affermazione esemplifica chiaramente l’inconsistenza della misura giuridica stessa, l'impossibilità di una seria regolamentazione di una Legge che certo non ha l'obiettivo di risolvere veramente alcuna problematica, ma solo di colpire ancor più duramente chi già versa in gravi difficoltà, in un accanimento che sa di persecuzione.
Nella fretta con cui si vuole procedere all' approvazione in Consiglio Comunale delle modifiche al regolamento della Polizia Municipale emerge la vera natura dell'applicazione pisana del dispositivo Minniti, che risulta tutta a fini elettorali e propagandistici.

I "procedimenti accelerati" di cui la città ha bisogno crediamo che siano ben altri: a Pisa è emergenza infiltrazioni mafiose fra le file dell'imprenditoria pisana, con cui il PD continua a fare affari, a Pisa è emergenza consumo di suolo, a Pisa è emergenza-sfratti, emergenza-crisi. È su questi temi che vorremmo discussioni più celeri e soluzioni concrete.
Riteniamo che i Daspo, misure lesive della libertà personale e di circolazione nella città, siano assolutamente incapaci di risolvere i problemi sociali che esistono e che richiedono delle soluzioni concrete: la povertà e la marginalità non possono essere affrontate con multe e ordini di allontanamento per 48 ore da alcune zone della città, bensì misure sociali che per tutti garantiscano i diritti fondamentali come la casa, la salute, il lavoro.

Ma il PD, dopo un decennio di ordinanze folli quanto inutili, sembra non averlo ancora capito, o meglio l'ha capito e consapevolmente decide di alimentare la paura, facile leva di divisioni sociali e “guerre tra poveri”, che distraggono dalle vere cause e responsabilità di questo ormai noto malessere generalizzato.

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