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Cronaca

Fumo killer, 6 milioni di vittime ogni anno: Pisa attiva nella lotta alla sigaretta

Un italiano su cinque fuma, mentre si abbassa sempre di più l'età media in cui si decide di provare la prima sigaretta. Il fumo è causa di 28 diverse patologie: ecco cosa si fa a Pisa per cercare di diminuire il numero di fumatori

In attesa che al prossimo convegno nazionale sul tabagismo del 31 maggio a Roma, all’Iss-Istituto Superiore di Sanità, siano presentati i dati aggiornati su 'Il fumo in Italia', la fotografia del confronto 2011-2012 mostra che, a fronte di una riduzione complessiva della prevalenza di fumatori nella fascia d’età più matura 45-64 anni (-3,4%) e over 65 (-4,3%), quelli nella fascia d'età 25-44 anni sono in aumento (+0,7%).

E’ un incremento lieve ma preoccupante, perché si tratta della fascia d’età maggiormente sensibile al fumo e più resistente alla cessazione dell’abitudine al tabacco. Il dato emerge dall’ultima indagine Doxa commissionata dall’Iss ('Il fumo in Italia 2012', in collaborazione con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri).

Da questa fotografia sul Belpaese, dove ogni giorno si fumano 140 milioni di sigarette, emerge che, su 52,1 milioni di italiani, il 20,8% fuma (6,1 milioni di uomini e 4,7 milioni di donne), contro un 6,7 milioni di ex-fumatori e un 34,6 milioni di non fumatori. La frequenza è quotidiana (il 93,4% fuma ogni giorno), preferibilmente sigarette confezionate (95,4%) anche se, dal 2009 al 2012, la percentuale di consumatori di sigarette fatte a mano è salita dal 2,7% all’8,5%. Cala il consumo medio di sigarette al giorno (sceso dalle 17 del 2003 alle 13 del 2012) ma si abbassa la fascia d’età media in cui si prova la prima sigaretta: nel 2009 era 17,9 anni, nel 2012 si è abbassata a 17,3 anni. Sempre nel 2009, cominciava a fumare fra i 15 e i 17 anni il 37,8% dei giovani, nel 2012 questa percentuale è salita al 46%. I motivi? Il 66,5% perché influenzato da amici, alle feste, con i compagni di scuola. Quanto ai motivi della cessazione, al primo posto ci sono i problemi di salute (il 39,8% dei casi).

E in Toscana quanto si fuma? Sulla base delle elaborazioni dell’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana, sui dati dell´indagine Multiscopo sulle famiglie - Aspetti della vita quotidiana Istat, nel 2011 i fumatori toscani erano il 23,5% della popolazione di età superiore a 13 anni, più maschi (27,9%) che femmine (19,5%); il 25% della popolazione toscana ha smesso di fumare mentre il restante 50% circa non ha mai fumato.

Per la World No Tobacco Day - Giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio, l’Oms-Organizzazione mondiale della sanità, ha scelto quest’anno il tema: 'Divieto di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco', per ricordare i rischi per la salute associati al fumo e sostenere politiche di prevenzione. La pubblicità, infatti, è un potente strumento di diffusione del fumo ed è dimostrato che il suo controllo è efficace nella riduzione del numero di fumatori.

“Fate in modo che ogni giorno sia senza tabacco”, questa l’esortazione dell’Oms. E i medici del Cest-Centro per lo studio ed il trattamento del tabagismo dell’Aoup (referenti la Dr. Laura Carrozzi e Dr. Francesco Pistelli, dell’Unità operativa di Pneumologia 1, diretta dal Prof. Antonio Palla) sono al momento attivi in diverse iniziative di contrasto al fumo:

- in collaborazione con l’Aipo-Associazione italiana pneumologi ospedalieri, hanno messo a punto una metodologia standard (denominata 'Percorso d’intervento clinico sul paziente tabagista', acronimo '6elle') attuabile nella pratica clinica attraverso l’uso di opuscoli di auto-aiuto da consegnare ai pazienti-fumatori. Il 'Percorso 6elle' è disponibile all’indirizzo internet: www.6elle.net. Gli opuscoli, scaricabili gratuitamente, sono personalizzabili mediante upload del logo del Servizio sanitario o timbro del medico. Inoltre, entro un mese, il sito verrà implementato con una sezione dedicata ad un’applicazione che calcola, a partire da dati individuali (età, sesso, numero di sigarette fumate al giorno), indici di beneficio per la salute correlati alla cessazione del fumo.

- come presidente (Dr. Laura Carrozzi) e segretario (Dr. Francesco Pistelli) del Gruppo di studio 'Epidemiologia e prevenzione' della Simer-Società italiana di medicina respiratoria, hanno collaborato alla stesura di un documento congiunto Aipo-Simer sulla sigaretta elettronica, sulla quale si assiste, da qualche tempo, a un vero e proprio boom sia nel consumo che nell’esposizione mediatica, in assenza tuttavia di dati epidemiologici sul rapporto rischi/benefici. Il documento, che può essere scaricato all’indirizzo www.simernet.it, ha l’obiettivo di riassumere le implicazioni relative alla salute derivanti dall’uso della sigaretta elettronica e orientare i sanitari nel fornire una corretta informazione su questo argomento, che riguarda un numero sempre più grande di pazienti-fumatori.

- infine, nei giorni precedenti il 31 maggio (No Tobacco Day), saranno coinvolti in un’iniziativa promossa dall’Iss in collaborazione con Trenitalia: 'sFRECCIA CONTRO IL FUMO'. Sui treni Freccia Rossa, i passeggeri fumatori avranno l’opportunità di sottoporsi a una consulenza medica sulle abitudini tabagiche con la possibilità di essere indirizzati verso programmi medico-farmacologici per smettere di fumare.

I DANNI DEL FUMO. Il fumo danneggia praticamente tutti gli organi del corpo e compromette lo stato di salute generale dei fumatori. È ormai scientificamente accertato che il fumo è causa di 28 diverse patologie, tra cui cancro del polmone, cancro della laringe, cancro della vescica, infarto al cuore, ictus cerebrale, l’aneurisma dell’aorta, malattie della circolazione, malattie respiratorie croniche, come l’enfisema polmonare e la bronchite cronica, e così via. Ad ogni tirata un fumatore inala oltre 7000 sostanze nocive, che hanno un’azione tossica, irritante e cancerogena sull’organismo. Tra queste è compresa la nicotina, che viene rapidamente assorbita dal sangue. Nel tempo l’esposizione alla nicotina causa un (neuro)adattamento in alcune vie nervose del cervello dei fumatori. Così queste vie nervose imparano a funzionare in presenza di nicotina nel sangue e quando la nicotina viene a mancare, come quando si prova a non fumare per almeno 24 ore, il fumatore prova spesso un disagio tale da costringerlo ad accendere di nuovo una sigaretta. Resta così intrappolato in quella che attualmente è codificata come una vera e propria malattia: la dipendenza da fumo di tabacco. Essa uccide quasi 6 milioni di persone ogni anno. Senza alcun intervento il numero potrebbe salire a più di otto milioni entro il 2030 e, ancora oggi, resta la singola causa di morte che può essere prevenuta.

Perciò anche l’Aoup, con il Cest, sensibilizza da tempo anche gli operatori sanitari sull’assoluta necessità di considerare il problema del fumo come parte integrante della pratica professionale. Basta chiedere a ogni paziente se fuma e, in caso positivo, consigliargli di smettere: è un intervento scientificamente dimostrato efficace nel promuovere la cessazione del fumo. E costa solo 1-2 minuti di 'lavoro'!

Nella lotta e nella prevenzione dal fumo di tabacco l’Aoup è stata ed è all’avanguardia in ambito italiano e internazionale attraverso il suo Centro antifumo, attivo da quasi vent’anni, dove viene svolto un programma di disassuefazione dal fumo di tipo medico-farmacologico, che utilizza farmaci (sostituti della nicotina, bupropione cloridrato, vareniclina), assunti singolarmente o in varie associazioni, insieme con un intervento di counselling cognitivo-comportamentale e motivazionale. In breve, il programma è articolato in una valutazione iniziale, nella quale un medico del Centro valuta lo stato di salute, in particolare quella respiratoria, e le abitudini di fumo, effettua una visita medica, la misura del monossido di carbonio nell’aria espirata (che indica l’esposizione personale al fumo) e la spirometria (che misura il livello di funzione respiratoria). Al termine della valutazione, il medico consiglia e concorda col fumatore un programma personalizzato di disassuefazione dal fumo, che prevede almeno cinque controlli nei successivi tre mesi e richiami dopo sei e dodici mesi.

DATI PISANI. Negli ultimi 5 anni, al Cest sono stati seguiti oltre 1000 fumatori, con un totale di quasi 5000 visite, e nell’ultimo anno le prestazioni antitabagiche sono aumentate. I fumatori afferiscono al Cest per conoscenza diretta, per passa parola o inviati dal medico curante o dallo specialista. Nell’ultimo anno, è stato messo a disposizione dei pazienti afferenti al servizio di pre-ospedalizzazione ortopedica dell’Aoup un programma d’informazione sui rischi per la salute associati al fumo, che prevede l’offerta di seguire il percorso di disassuefazione al Cest. L’età media dei fumatori che si rivolgono al CeST è intorno ai 50 anni, fumano più di un pacchetto di sigarette al giorno, hanno iniziato a fumare all’età di 16 anni e, nella vita, i maschi hanno fumato di più rispetto alle femmine. La percentuale di fumatori che - dopo un anno dall’inizio del programma di disassuefazione, non fuma più - è pari al 30%.

Per approfondimenti, comunicazioni o qualsiasi necessità che riguardi il fumo: Centro per lo studio ed il trattamento del tabagismo (Cest), UO Pneumologia 1 universitaria, Tel. 050 99 6467, Fax 050 99 5199

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