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Cronaca

Teseco, debiti per 70 milioni di euro: il rischio è il fallimento

Decisiva l'adunanza dei creditori del 24 novembre. La Cgil: "Se le attività dovessero interrompersi si rischia una 'bomba ecologica' senza precedenti". Il Consiglio Comunale approva una mozione urgente a sostegno dei lavoratori

Circa 70 milioni di euro di indebitamento, una sessantina di dipendenti già licenziati e un altro centinaio circa per cui è previsto il licenziamento entro il 30 aprile 2017. E, in prospettiva, un rischio 'ambientale' che potrebbe esplodere con la definitiva interruzione delle attività industriali. Sono settimane decisive per le sorti dela Teseco Srl. La data in cui con ogni probabilità verrà deciso il destino dell'azienda pisana, che dal 1984 si occupa del trattamento di rifiuti speciali, sarà quella del 24 novembre prossimo, quando si svolgerà l'adunanza dei creditori, i quali dovranno decidere se accettare o meno il piano di rientro proposto dal commissario giudiziale.

"Il rischio - spiega Michele Orsi, segretario della Fp-Cgil di Pisa - è che i debiti accumulati trasformino la procedura in fallimento. In questo caso le attività verrebbero interrotte e si tratterebbe potenzialmente di una 'bomba ecologica' senza precedenti per la città. Questo perchè ci sono ancora dei rifiuti speciali stoccati nell'area industriale che sono in attesa di essere lavorati. Se la procedura dovesse diventare fallimentare le attività si interromperebbero e i costi, sia in termini ambientali che economici, ricadrebbero sulla collettività: per bonificare l'area servirebbero infatti decine di milioni di euro".

L'auspicio è insomma che i creditori accettino il piano proposto dal commissario giudiziale e che la società mantenga un minimo di lavoratori attivi per mantenere in sicurezza il sito e smaltire i rifiuti stoccati. Così come previsto dalla procedura di mobilità attivata dal Ministero del Lavoro lo scorso 27 ottobre che prevede l'uscita di tutti i lavoratori entro il 30 aprile 2017 in modo da effettuare tutte le operazioni di chiusura e messa in sicurezza degli impianti e dei materiali.

Inutili, per il momento, gli sforzi di Comune, Regione e sindacati per cercare una via d'uscita alla crisi che ha colpito la società di Ospedaletto a partire dal 2010 e che l'ha portata, dall'ottobre 2015, al concordato preventivo in continuità aziendale. Fino ad ora sono infatti andati a vuoto i tre tentativi di vendere l'azienda attraverso un bando pubblico. A questo proposito si è svolto nella giornata di ieri un incontro tra i sindacati e i capigruppo in Consiglio Comunale: proprio durante la seduta di ieri, giovedì 10 novembre, il Consiglio Comunale ha anche approvato all'unanimità una mozione urgente a sostegno dei lavoratori, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari.

"Il Consiglio Comunale - si legge nella mozione - si impegna a convocare con urgenza la proprietà in conferenza dei capigruppo per verificare il loro punto di vista e riportare le posizioni al Consiglio". La mozione impegna inoltre "il Sindaco e la Giunta, in accordo con Regione e Provincia, a farsi parte attiva nei confronti della procedura affinchè possano emergere proposte d'acquisto in grado di risolvere la verteza in atto" vigilando "durante le fasi di concordato affinchè le proposte che dovessero arrivare presentino piani industriali coerenti con il mantenimento della produzione e dell'attività lavorativa" assicurando "un costante monitoraggio ambientale che garantisca sicurezza al territorio".

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