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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Amici di Pisa: parole e immagini per mostrare cosa non va

L'Associazione esprime il proprio malcontento per alcune questioni irrisolte: numerosi gli scorci caratteristici catturati dall'obiettivo

Una denuncia fotografica quella dell'Associazione Amici di Pisa che, attraverso immagini e parole, tracciano una panormaica della situazione a Pisa dopo l'esplosione delle mutande con la Torre Pendente utilizzata come simbolo fallico.

Ecco la lettera dal titolo "Ricette, sconcezze e mutande".

Chissà perché tanta attenzione e tanto accanimento contro un semplice paio di “goliardiche” mutande. In fondo di “sconcezze” ce ne sono di ben altro tipo e assai peggiori, come testimoniano ed illustrano da sempre le foto allegate. Tra le tante - c’è l’imbarazzo della scelta - non è forse una “sconcezza” far durare quasi dieci anni il tempo di realizzazione di un parcheggio sotterraneo e relativa piazza, o peggio assistere all’infinito recupero del retro di San Michele in Borgo, o spendere denaro pubblico nel così detto “sociale” (un vuoto a perdere senza alcuna ricaduta benefica per la città), o sprecare soldi in arredi urbani (panchine e fioriere) per poi abbandonarli all’incuria come tutti gli impianti di illuminazione notturna realizzati con l’intento di valorizzare il patrimonio architettonico?

Vedi: Chiesa della Spina; Piazza dei Cavalieri; la Cittadella; la Chiesa di San Sepolcro; Le Terme Romane; Piazza Martiri della Libertà; tratti di mura urbane in Via Contessa Matilde e Via Bonanno; tutte opere che non sono valorizzate e che dopo il PIUSS ora aspettano il copyright, del resto come ci dice sempre il primo cittadino: «almeno in città come Pisa, che hanno monumenti che sono icone dell'Italia e patrimonio dell'umanità…», ,..un'altro sproloquio?

Del resto le scelte dell’amministrazione pisana sono sempre state bizzarre, traggo un esempio (tra i molteplici disponibili) dalla viabilità, in particolare la SS Aurelia; mentre negli altri comuni: Livorno, Grosseto, Lucca, Viareggio, Massa e Carrara, dove la Statale si è arricchita nel corso degli anni di percorsi pedonali e piste ciclabili, di illuminazione, di sottopassi e sovrappassi, svincoli e mega rotatorie (non ultima quella di Torre Del Lago) a Pisa la suddetta strada si è arricchita solo di mendicanti, zingari, sfaccendati e prostitute, rimanendo strutturalmente i-n-a-l-t-e-r-a-t-a dal dopoguerra fino a tutt’oggi.

Giustamente ci viene da sorridere (per non piangere) quando il “nostro” primo cittadino si lancia in accalorati proclami con “ricette” tempestive e risolutive nella scoperta dell’acqua calda, che tanto somigliano all’aberrante politica degli ultimi giorni al cui fraseggio non crede il mercato finanziario, ma neppure colui che lo pronuncia.

Già perché le “proposte-ricette” fatte dal nostro primo cittadino sarebbero l’A B C di una naturale amministrazione comunale, se funzionasse regolarmente. Ci vende la retorica come nuove idee e originali intuizioni, che di originale hanno solo il gioco linguistico, un faticoso e mal riuscito “esercizio di stile” per dire sempre le stesse cose in modo diverso nella vana speranza di renderle credibili, ma con la piena consapevolezza che alle parole non seguiranno mai i fatti; in più l’aggravante che alcune “ricette”, ignorate e sottovalutate in passato, hanno raggiunto il fatidico “punto di non ritorno”, penso alla “Casbah” di Largo Cocco Griffi, alla “movida”, all’abusivismo dilagante, alle attività clandestine di Piazza Stazione e tanto altro ancora, lasciate sedimentare nella pigrizia e nell’indifferenza amministrativa per decenni.

Di recente, nei vari comizi di assessori e di “galoppini” nelle loro frequentazioni di sagre, fiere paesane e feste di partito, oltre all’abuso di termini quali: “territorio” e “sociale” è ricorrente l’intercalare di “…Pisa, città d’Europa…”; ecco, qualcuno dovrebbe fargli presente che la frase non è associabile alla città per particolari meriti amministrativi o eccelse doti turistico-culturali, ma piuttosto ai rinomati fatti della questione IKEA e da oggi anche al tema delle MUTANDE.

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