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Cronaca Castelfranco di Sotto

Dermacolor rivoluziona la concia al cromo: nasce il sistema certificato D-Light Blu

L'azienda di Castelfranco di Sotto lancia la soluzione per ottimizzare il processo: tempi più rapidi, costi ridotti e metà emissioni di CO2, ma anche meno scarichi inquinanti e più sicurezza per gli operatori

Meno rischi per i lavoratori, riduzione netta di cloruri e solfati negli scarichi idrici,  dimezzamento dell’anidride carbonica prodotta e un risparmio di ben 24 ore sui tempi di produzione: è la rivoluzione che l’azienda Dermacolor è pronta a lanciare per ottimizzare il ciclo di lavorazione conciaria,  con un’innovativa e certificata linea di processo denominata D-Light Blue, che permette di saltare per intero la cosiddetta fase di pickel, la fase più pericolosa della concia al cromo, con vantaggi significativi sulla sostenibilità ambientale e sociale del processo produttivo e con notevoli risparmi sui tempi e costi di produzione.

Un’innovazione che Dermacolor ha già iniziato a proporre ai propri clienti, tra cui figurano alcune delle più importanti concerie fornitrici dei principali brand di moda. Radicata nel distretto conciario toscano e ben rappresentata nei principali distretti conciari italiani e mondiali, Dermacolor è specializzata nella produzione di prodotti chimici per la concia e la lavorazione del pellame, occupando una fetta importante del settore in cui opera. Grazie all’impegno nello sviluppo di nuovi prodotti nei propri laboratori, Dermacolor si pone come punto di riferimento delle aziende nella sfida per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del processo conciario, sempre più importante in un mercato in continua evoluzione.

Parte da qui la sfida del sistema D-Light Blu, nato da un’idea di Umberto Palagini (storico fondatore dell’azienda insieme a Carlo Meucci) e poi sviluppato nei laboratori Dermacolor. Il risultato è la messa a punto di due nuovi prodotti che, se usati secondo un processo validato dall’azienda, permettono di saltare la fase di preparazione alla concia al cromo, il cosiddetto pickel, senza però modificare il risultato tecnico ed estetico del pellame conciato. Nel sistema tradizionale, prima di dare inizio alla vera e propria concia, è necessaria infatti una fase preparatoria nella quale viene immesso acido solforico nel bottale per favorire la successiva penetrazione del cromo all’interno del pellame. L’acido solfidrico generato da questo processo, che può essere letale in caso di inalazione, è stato da sempre il principale fattore di rischio chimico per i lavoratori del settore.

Il sistema D-Light Blue da oggi permette di farne a meno, passando direttamente dalla fase di macerazione a quella di concia, riducendo da 4 a 3 i giorni necessari per la concia al cromo. "Con il sistema tradizionale - spiega Andrea Meucci (oggi alla guida dell’azienda insieme a Valentina Palagini) - dopo la macerazione servono 3 ore di pickel più un’intera notte di 'riposo'. Con il nostro processo, invece, dopo due ore dalla fine della macerazione si può immettere subito il cromo, senza modificare le caratteristiche del prodotto finale".

D-Light Blu si propone dunque come l’ottimizzatore della concia al cromo, che permetterà alle aziende di ridurre di un giorno i tempi di lavorazione, con un risparmio fino al 25% sui costi di produzione, insieme a una drastica riduzione delle emissioni di anidride carbonica, pari al 47,5% in meno rispetto al sistema tradizionale. Ne beneficia anche il minor impatto ambientale degli scarichi idrici, con una riduzione percentuale che oscilla fra il 64 e l'84% di cloruri e tra il 33 e il 59% di solfati. Eliminando la fase di pickel dal processo produttivo, inoltre, D-Light Blu andrà ad eliminare il principale fattore di rischio per la salute dei lavoratori.

Questo attraverso un processo certificato ISO 17033 'Ethical Claims and supporting information', che ha garantito la prima validazione del claim etico a valle di piano di monitoraggio e conseguenti evidenze da parte dell’ente di certificazione Bureau Veritas. "E' il risultato di un percorso che abbiamo avviato dal 2019 - dice Valentina Palagini, amministratore delegato di Dermacolor - e che abbiamo portato avanti per tutto il 2020 nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Un segnale che vuole essere anche di fiducia e di stimolo, in un settore che ha bisogno di innovazione e ricerca per proseguire sulla strada della sicurezza e della sostenibilità".

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