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Cronaca

Cervelli in fuga: scartato a Pisa vince il "Nobel dell’informatica"

La storia di Dino Distefano oggi professore ordinario alla Queen Mary University: "Se era andata male a Pisa perché non provare dove le raccomandazioni non contano?"

La sua è una di quelle storie che lasciano l’amaro in bocca, tanto più se a fare la classica figura barbina è proprio l’Università di Pisa, da sempre sinonimo di eccellenza nel campo della ricerca, e dove forse ci si aspetta che le baronie contino qualcosa di meno e la meritrocrazia qualcosina di più. Lui si chiama Dino DiStefano, ricercatore informatico originario del catanese, oggi professore ordinario in Inghilterra. Ma sopratutto creatore di un poderoso software che impedisce ai grandi sistemi di andare in tilt.

Eppure questo genio dell’informatica richiesto in mezzo mondo qualche anno fa è passato per Pisa e proprio a Pisa ha rischiato di terminare anzitempo la sua carriera. Bocciato ad un concorso per diventare ricercatore Distefano poteva mollare come fanno tanti altri talenti. Oppure poteva giocarsi la carta dell’estero. "Se era andata male a Pisa - spiega Distefano al Corriere della Sera - perché non insistere lontano dall'Italia dove le raccomandazioni non contano?". Detto fatto. Prima tappa in Olanda e poi destinazione finale Londra, dove è diventato professore ordinario alla Queen Mary University.

Infine è stato riconosciuto un mezzo genio da tutto il gotha dell’informatica. La sua creazione, ribatezzata il "software dei software",  rileva in anticipo i difetti dei grandi sistemi informatici impedendo che questi vadano in crash. “Infer”, questo il nome del programma, è stato acquistato da Airbus, Microsoft, Toyota e Mitsubishi. Per rendere l’idea. E non è finita qui: stasera Distefano ritirerà il "Roger Needdham award", sorta di Nobel dell’informatica assegnato a quanti si sono distinti nei dieci anni successivi al conseguimento del dottorato. L'appuntamento è alla Royal Society di Londra, un’istituzione della scienza britannica, sempre per rendere l'idea.

Ma nonostante i premi e i riconoscimenti un po' di amarezza resta. Perché, spiega Distefano, "sono tanti i ricercatori di altissimo livello in Italia, solo che sono assorbiti dalla didattica, non hanno spazio e risorse per dimostrare il loro valore, la loro fantasia, la loro intelligenza". Come dargli torto?

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