Caserma Curtatone e Distretto 42: il Municipio Beni Comuni chiede all'Amministrazione un nuovo dialogo
Annunciato in Consiglio Comunale un incontro fra Comune, Demanio e Ministero della Difesa sul Progetto Caserme. Gli attivisti chiedono che la loro progettualità condivisa venga ascoltata e che si torni ad un uso sociale e collettivo della caserma
Gli attivisti del Municipio dei Beni Comuni sarebbero pronti a ripartire con le attività al Distretto 42, se solo l'Amministrazione abbandonasse ufficialmente il Progetto Caserme ed aprisse con loro un dialogo per riutilizzare la caserma Curtatone. Nello scorso Consiglio Comunale l'assessore Zambito ha annunciato un nuovo incontro fra le parti in causa, cioé Amministrazione, Demanio e Ministero della Difesa, proprio a proposito del progetto. Sulla sorte del piano il Municipio è convinto che "sia venuto il momento che il Comune prenda atto che quel progetto è fallito, e che desista dal continuare a sostenere un’operazione da 70 milioni di euro per la realizzazione della nuova caserma di Ospedaletto.
L'appello quindi è quello di "aprire una nuova fase di discussione in merito al riutilizzo delle aree militari, a partire da quella che oggi è già dismessa e che potrebbe essere utilizzata: ovvero il Distretto 42. Il silenzio della giunta che ormai dura dall’aprile del 2014 (quando il Distretto è stato sgomberato) è pesante, e indice di una non volontà di dialogo e confronto". A questo fine gli attivisti hanno avviato un percorso di progettazione partecipata "che reclama il proprio diritto a immaginare la città e i suoi spazi, e che cerca risposte a bisogni sempre più articolati e complessi in una fase di crisi".
"Il 31 gennaio e il primo febbraio – ricorda il Municipio – decine di cittadine e cittadini, associazioni, architetti si ritroveranno per dare una forma compiuta a questo percorso. Il sindaco e la sua giunta devono chiarire se hanno interesse a confrontarsi con questa progettualità o intendono andare avanti con un progetto fallimentare, ignorando ancora una volta una simile esperienza". A Pisa si trovano numerose strutture militari abbandonate, "dalla caserma di San Vito alla Polveriera al Cep. Migliaia i metri cubi pubblici e privati lasciati colpevolmente a marcire".
"Il tempo del recupero – conclude la nota – è arrivato: un recupero collettivo, che noi praticheremo con la partecipazione e la progettualità condivisa".