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Distretto 42: sciopero della fame

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday
A meno di un mese dall'apertura, il Distretto 42 di Pisa rischia un imminente sequestro, la cui urgenza pare immotivata, nell'indifferenza totale e sostanziale dell'Amministrazione comunale, nonostante il solido e crescente consenso attorno al  progetto promosso dal Municipio dei Beni Comuni.
Tale consenso è basato non solo su parole, anche di autorevoli personalità, ma soprattutto sulla partecipazione attiva e sull'organizzazione di numerose iniziative ospitate quotidianamente nel Distretto 42 (per i dettagli, https://www.rebeldia.net), che lo rendono vivo e produttivo.

L'ex-Caserma in via Giordano Bruno n. 42, abbandonata e lasciata al degrado per quasi vent'anni, è stata convertita dalla collettività in un laboratorio di buone pratiche, incentrate sulla riappropriazione e cogestione democratica dei beni comuni, a partire dall'apertura del parco cittadino "Andrea Gallo", che si estende per oltre 8.000 mq.

Si tratta di una proprietà demaniale -dello Stato, cioè di tutti noi- che include anche circa 4.000 mq di edifici abbandonati; in linea con lo spirito dell'art. 42 della nostra Costituzione, ad essa è stata restituita la sua «funzione sociale» rendendola «accessibile a tutti», senza causare danno alcuno, bensì evidenti benefici.
Queste attività acquisiscono maggiore valore, se si pensa alla congiuntura economica e sociale in atto nel nostro Paese; (imparare a) costruireun'economia della condivisione, basata su relazioni comunitarie e sulla riduzione degli sprechi, sarà un elemento chiave per superare l'attuale crisi sistemica e strutturale.

Per queste ragioni, ho deciso di attuare una decisa azione nonviolenta. Col mio digiuno, che dura da più di due giorni, chiederei solo una cosa, molto semplice: che l'Amministrazione comunale prenda pubblicamente posizione sulle sorti del Distretto 42, visto l'imminente sgombero, assumendosi la responsabilità politica di fronte alla cittadinanza, attraverso un comunicato sottoscritto dal Sindaco.

Il mio digiuno, che proseguirà ad oltranza, non vuole assolutamente rappresentare una forma di ricatto, bensì la volontà di un semplice cittadino di anteporre a un proprio bisogno primario, come cibarsi, quello più generale e altrettanto importante di avere un'Amministrazione pubblica che non ignori, bensì rispetti (pur se non condivide) esperienze nuove, partecipate, sagge, creative e utili come il Distretto 42, al di là degli aspetti burocratici e legali che tutte e tutti abbiamo ben presenti.
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