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Canapisa, divieto di vendita alcolici: "Impugneremo i verbali"

La Prefettura ha previsto il divieto di vendita di alcolici agli esercizi delle vie interessate dalla manifestazione "per il tempo strettamente necessario al transito del corteo". Rivolta di Confcommercio

E' scontro fra Confcommercio e Prefettura circa la misura stabilita dall'ufficio territoriale del governo del divieto di vendita di alcolici durante la manifestazione Canapisa. La previsione è stabilita per le vie interessate dal passaggio delle circa 5mila persone attese "per il tempo strettamente necessario al transito del corteo". Le aree indicate nell'ordinanza: Piazza della Stazione, via Gramsci, viale Bonaini, Piazza Guerrazzi, via San Gallo, Lungarno Fibonacci, Ponte della Fortezza, Lungarno Buozzi, via del Borghetto, via Luschi, via Gioberti, via Garibaldi, via Canavari.

La decisione non è piaciuta all'associazione che parla di un "concreto danno economico causato ai pubblici esercizi regolari pisani" e quindi afferma che "siamo pronti ad impugnare immediatamente tutti i verbali che venissero elevati nei confronti delle attività".

"E' a tutti evidente, escluso quelli in malafede - incalza il direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli - che per nessun motivo e a nessun titolo gli imprenditori possono essere considerati i responsabili di una situazione di emergenza che dipende da altri, ovvero da Canapisa e dai suoi partecipanti. Siamo tutti stanchi di subire le scelte sbagliate di altri!".

Il divieto di vendita di alcolici per "il tempo strettamente necessario al transito del corteo" appare come una limitazione prevista per i partecipanti alla manifestazione. Di un "paradosso inaccettabile" parla il rappresentante degli imprenditori: "C'è un solo modo per prevenire comportamenti capaci di turbare l'ordine e la sicurezza pubblica: vietare Canapisa, una pseudo-manifestazione che è soltanto un pretesto per compiere una serie ininterrotta di devastazioni in città e azioni illegali. Ma invece di scegliere questa soluzione, l'unica possibile, in questo mondo che gira al contrario, si preferisce sanzionare i pubblici esercizi regolari, qualora nel corso della giornata venisse loro in mente di vendere una bottiglia di birra al turista accaldato". Come sanzione è prevista un'ammenda fino a 206 euro e l'arresto a 3 mesi.

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