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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Libri in arabo dalla Tunisia per i detenuti del Don Bosco

L’iniziativa è stata realizzata dalla Ong Un Ponte Per in collaborazione con l'associazione 'Lina Ben Mhenni'

E’ stato consegnato nella mattinata di giovedì 27 ottobre, alla Casa Circondariale Don Bosco di Pisa, il primo carico di libri in lingua araba arrivato dalla Tunisia. I testi sono stati raccolti e donati dall’associazione tunisina 'Lina Ben Mhenni', nata in memoria dell’attivista e giornalista tunisina prematuramente scomparsa, protagonista della 'Rivoluzione dei Gelsomini' del 2011, che nel suo paese aveva raccolto moltissimi libri con l’obiettivo di donarli alle persone detenute. I libri sono stati consegnati alla biblioteca del carcere di Pisa dalla Ong italiana Un Ponte Per, che in Tunisia collabora con la Lina Ben Mhenni nell’ambito del progetto 'Kutub Hurra' (Libri a porti aperti), e dall’associazione di volontariato toscana Controluce, insieme ad altre realtà associative e istituzionali toscane.

Grazie a questa donazione, le persone arabofone detenute nel carcere Don Bosco potranno finalmente fruire di testi scritti nella loro lingua madre. La motivazione di questo intervento è (nello spirito dell’articolo 27 della Costituzione) quello di fornire strumenti culturali utili alla funzione riabilitativa della pena anche a quelle persone detenute che non hanno facile accesso ai libri in lingua italiana. Secondo i dati raccolti nel 18° Rapporto dell’associazione Antigone, nelle carceri italiane i detenuti arabofoni rappresentano la comunità linguistica più ampia dopo quella italofona. Ciononostante, spesso i detenuti hanno accesso solo al Corano come lettura nella propria lingua madre. Portare altri libri in arabo significa creare attività culturali, formazioni e scambi, nell’ottica di una maggiore inclusività nei programmi di trattamento.

Il progetto 'Kutub Hurra' aveva visto un primo carico di libri in arabo arrivare a Livorno nel maggio 2022, destinati alla biblioteca del carcere Le Sughere, grazie ad una convenzione firmata tra la direzione del carcere, Un Ponte Per, associazioni locali e il Garante delle persone private della libertà del Comune di Livorno. L’iniziativa di Pisa rappresenta quindi la seconda tappa di un percorso che Un Ponte Per auspica di estendere anche ad altre carceri italiane. La speranza è di riuscire a creare attività culturali e di mediazione attraverso l’uso di questi testi.

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