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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Borgo Stretto

Edicola rimossa in Borgo Stretto: Libera chiede un incontro pubblico al Comune

Interviene anche il rettore Paolo Mancarella che si era recato sul posto insieme a Don Ciotti pe difendere la struttura simbolo

"Dopo la rassegna 'le settimane dell’Edicola confiscata' tenutasi dal 20 maggio al 9 giugno 2019 l’amministrazione comunale, davanti alle telecamere e per bocca del sindaco, l’aveva promesso: troveremo una soluzione. In effetti, è stato di parola, la soluzione è stata trovata: dopo i botti di fine anno, nel silenzio, l’Edicola è stata rimossa. È stata rimossa nonostante le rassicurazioni e nonostante gli accorati appelli di tutta la cittadinanza. Anche l’università, coerentemente con l’attribuzione della laurea honoris causa a Don Luigi Ciotti, si era messa a disposizione".
E' il Presidio Libera Pisa che torna sulla questione della struttura di Borgo Stretto rimossa, un azione del Comune che ha sollevato polemiche e prese di posizione, tra favorevoli e contrari.

"Purtroppo, l’amministrazione non ha rispettato i tempi della concertazione, del dialogo e della progettazione attenta delle forze della società civile. Non solo l’Edicola è stata rimossa, ma nessun soggetto che si era fatto promotore del problema è stato avvertito. Un atto, non abbiamo paura di dirlo, vile che ha portato con sé anche le molte lettere dei ragazzi delle scuole che avevano animato le 'Settimane dell’Edicola' lasciando una testimonianza del loro passaggio - prosegue Libera - quelle lettere hanno dimostrato che l’Edicola non era solo un problema da gestire, ma era divenuta un simbolo dell’attenzione alle infiltrazioni mafiose nell’economia locale".

Edicola rimossa: verso una targa ricordo

"Nella divergente visione del problema, ci saremmo accontentati di un atto di coraggio e di chiarezza: annunciare la sua rimozione senza se e senza ma - proseguono - le associazioni si sarebbero battute, forse avremmo perso, ma avremmo fatto capire all’amministrazione comunale l’importanza del riutilizzo sociale dei beni confiscati portato dalla pietra miliare della lotta alla criminalità organizzata: la legge n. 109/1996 che lo ricordiamo, per la prima volta, ha codificato il principio che i beni confiscati alle mafie debbano tornare alla Collettività e che lo Stato è parte attiva di questo processo virtuoso. Oggi invece si è scritta una pagina buia per la Città di Pisa: si è lanciato il messaggio che i beni confiscati sono un problema e che, se possibile, vanno rimossi. E porta con sé un’altra conseguenza devastante: il problema della lotta sociale alla criminalità organizzata non è nell’agenda dell’amministrazione comunale".
Da qui la richiesta dell'associazione di un incontro pubblico con l'amministrazione comunale: "Non ci accontenteremo di risposte formali, di adempimenti che dovevano essere compiuti, di lamentele e/o di autorizzazioni ricevute da altri Enti o Istituzioni: chiediamo fin da subito che l’amministrazione chiarisca una volta per tutte se è consapevole o meno della portata negativa di questo atto e se ritiene che la lotta alle mafie possa essere calpestata e cancellata con un colpo di spugna".

Si era mosso in prima persona per difendere quel simbolo il rettore dell'Università di Pisa Paolo Mancarella che si dichiara stupito per la rimozione dell'edicola. "Non sono qui a discutere, e probabilmente non spetta neppure a me, come si combatte la mafia, ma da cittadino e rettore so che per buona parte della comunità pisana e studentesca quel manufatto, inserito nel progetto di Libera, era un ricordo quotidiano della vittoria dello Stato sulle mafie - sottolinea Mancarella - per la città quell’edicola infatti era divenuta dal 2014 un simbolo di giustizia e di riscatto, come testimoniato dai tanti messaggi e disegni esposti proprio lì ad opera di bambini e ragazzi delle scuole del territorio. Nel maggio scorso, in occasione del conferimento della laurea honoris causa a Don Luigi Ciotti, mi ero recato personalmente insieme a lui proprio davanti all’edicola e insieme avevamo auspicato che quel simbolo così importante per Pisa non venisse rimosso prima di aver trovato una nuova collocazione. Confido che l’amministrazione comunale sia disponibile a riaprire quanto prima il dialogo iniziato allora con Libera e con la comunità tutta per trovare una soluzione sulla base di una progettualità condivisa".

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