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Cronaca

Finisce il blocco degli sfratti e inizia l'emergenza casa: "Il Comune trovi alternative valide"

La richiesta arriva dalla manifestazione di Una Città in Comune e Rifondazione Comunista

Nella prossima settimana, come denunciato dai sindacati degli inquilini e dai movimenti per il diritto alla casa, sono in programma nel comune di Pisa diversi sfratti per morosità incolpevole con l’intervento della forza pubblica. Per questa situazione che promette di generare emergenze e tensioni hanno manifestato questa mattina, in piazza XX Settembre, i partiti Una Città in Comune e Rifondazione Comunista, assieme a diversi cittadini. "E' questo l’esito drammatico della decisione del governo Draghi di interrompere il blocco degli sfratti - attaccano i due partiti - nonostante gli effetti della crisi economica e sociale collegata alla pandemia siano sempre più forti, e si sommino adesso con il caro vita e il caro bollette. In questi due anni di emergenza sanitaria, che hanno prodotto un aumento delle povertà e delle diseguaglianze, una diminuzione dei redditi e un aumento della precarietà lavorativa, è mancato ancora una volta qualsiasi vera politica nazionale per garantire il diritto all’abitare: nel Pnrr solo poche risorse sono state destinate a interventi di riqualificazione del patrimonio Erp esistente, ma è mancato un piano e investimento significativo per aumentare la disponibilità di alloggi popolari".

"Gli sfratti con la forza pubblica sono ripresi e continueranno: ne sono già previsti 140. Ma il Comune non offre alcuna valida soluzione alternativa, che per noi consiste nel passaggio delle famiglie sfrattate da casa a casa" spiegano Una Città in Comune e Rifondazione Comunista. "In una fase di emergenza sociale, che richiede interventi straordinari, la giunta Conte non riesce a garantire neanche l’ordinaria amministrazione: da due anni centinaia di famiglie aspettano il nuovo bando per gli alloggi popolari, fermo per colpa delle politiche discriminatorie e razziste della stessa destra. Fermi da tempo sono anche i bandi per l’emergenza abitativa e per la mobilità".

I due partiti proseguono: "Nelle scorse settimane la maggioranza ha bocciato in Consiglio Comunale la mozione presentata dal nostro gruppo consiliare per chiedere il rinvio degli sfratti per morosità incolpevole, sulla base della richiesta che i sindacati degli inquilini stanno facendo a livello nazionale e locale. Ricordiamo al riguardo che a gennaio inviammo anche una lettera al Prefetto sul blocco degli sfratti, affinché si prevenisse la situazione attuale, di intere famiglie sfrattate senza alternative valide di alloggio". "Mentre mancano i bandi per le case popolari, l’emergenza abitativa e la mobilità, l’unica 'risposta' dell’amministrazione comunale è pagare le sistemazioni provvisorie delle famiglie sfrattate presso B&B e altre strutture ricettive. Si tratta di una soluzione falsa e insostenibile: da una parte si costringono famiglie di 4 o 5 persone a vivere in una stanza d’albergo per vari mesi; dall’altra si sperperano risorse pubbliche mentre si lasciano 170 alloggi popolari vuoti, in attesa di modesti interventi di sistemazione".

"Per fare chiarezza a riguardo - concludono - abbiamo richiesto di conoscere l’entità delle risorse che il Comune ha impiegato nel 2020 e nel 2021 per pagare le strutture alberghiere destinate alle famiglie sfrattate (una cifra che, attualmente, si aggira sui 4.000 euro al giorno) e l’origine di queste risorse. Abbiamo anche richiesto informazioni sull’effettivo uso delle risorse stanziate in bilancio, su nostra pressione, per la sistemazione dei 170 alloggi di edilizia popolare 'di risulta' a oggi vuoti: la lentezza con cui questi alloggi vengono recuperati e messi a disposizione di chi ne ha diritto, o per l’emergenza abitativa, è inaccettabile. Così come è inaccettabile che, in questa fase, si proceda con gli sfratti: occorre ripristinare e convocare la Commissione per il contrasto dell’emergenza abitativa allo scopo di trovare soluzioni accettabili e degne per le famiglie in difficoltà, i cui membri hanno perso il lavoro o ricevono retribuzioni troppo basse rispetto al costo degli affitti".

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