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La morte del ristoratore, gli imprenditori: "Noi, come criminali"

Secondo il presidente di Fipe Confcommercio Enrico Guardati domina un clima di sospetto nei confronti degli esercenti, considerati dei veri e propri criminali che non pagano le tasse

Si sentono colpiti nel profondo gli imprenditori dopo la tragica morte di Emilio Virgili, proprietario del ristorante La Rota a Madonna dell'Acqua, stroncato da un infarto mentre era in corso un controllo dell'Asl. Per un problema di posizione di una presa d'aria nel vano cucina, il clima si sarebbe, secondo la testimonianza del figlio di Virgili, surriscaldato, fino a sfociare in un vero e proprio battibecco costato forse la vita allo storico ristoratore pisano.

“La vicenda del ristoratore Emilio colpisce tutti noi imprenditori profondamente nel vivo e ci lascia quasi senza parole - afferma Enrico Guardati, presidente Fipe Confcommercio Pisa - al di là delle responsabilità che eventualmente dovranno essere accertate nelle dovute sedi, questo tragico fatto è sintomatico di un clima generale di grande ostilità che si è venuto a creare nei confronti degli imprenditori, soprattutto più piccoli. Noi siamo stanchi di essere sottoposti ad una continua e diffamante gogna pubblica, di ricevere l'infamante accusa di essere degli evasori, siamo stanchi dei continui controlli a tappeto, siamo sfiniti da infinite prescrizioni il più delle volte ottuse e inutili, ossessionati da una impossibile burocratizzazione di ogni aspetto del nostro lavoro".

Secondo Guardati gli imprenditori sono spesso considerati veri e propri criminali.
"Nella stragrande maggioranza dei casi siamo onesti, lavoriamo 12-13 ore al giorno, tutti i giorni dell'anno, forniamo servizi ai cittadini, diamo occupazione, rendiamo accoglienti e sicure le strade e le piazze che ci ospitano. Ci consideriamo, senza retorica, piccoli ed oscuri eroi del lavoro, dell'impegno, della dedizione, del sacrificio, eppure siamo tartassati da un sistema di controlli molto simile ad uno stato di polizia e da un livello di tassazione di tipo feudale. Ora, bene ha fatto la Asl 5 ad aprire una inchiesta su questa drammatica vicenda, augurandoci che simili episodi non debbano più accadere”.
 

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