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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Santa Croce sull'Arno

Frode fiscale a Santa Croce sull'Arno: nel mirino delle Fiamme Gialle tre società di volley

La Guardia di Finanza ha scoperto che diverse imprese utilizzavano fatture per operazioni di sponsorizzazione, in tutto o in parte inesistenti, emesse da tre società e associazioni sportive dilettantistiche di pallavolo

Un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e l’omessa presentazione delle dichiarazioni è stata scoperta dalla Guardia di Finanza.

L’indagine trae origine da un’attività info-investigativa eseguita dai militari della Compagnia di San Miniato, per la ricerca e repressione delle metodologie di evasione nel Distretto conciario di Santa Croce sull’Arno. Le Fiamme Gialle hanno così scoperto che diverse imprese utilizzavano fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti, aventi ad oggetto sponsorizzazioni, emesse da società e associazioni sportive dilettantistiche di volley.

In particolare, le indagini si sono concentrate su tre società sportive di pallavolo (due delle quali evasori totali), operanti a Santa Croce sull’Arno. Sono state eseguite perquisizioni presso le sedi delle società e le abitazioni dei soggetti a vario titolo coinvolti che hanno permesso di acquisire la documentazione contabile, ma soprattutto quella extracontabile dove erano annotate le restituzioni di denaro relative alle fatture false, che il titolare di una società sportiva stava anche cercando di distruggere al momento della perquisizione. Al fine di confermare gli elementi di prova raccolti, è stato eseguito un esame delle movimentazioni bancarie acquisite, incrociando i dati anche con alcune segnalazioni per operazioni sospette pervenute nei confronti dei due soggetti promotori dell’associazione a delinquere.

Due erano i modus operandi della frode fiscale:

- il primo consisteva nella semplice restituzione di denaro contante alle società sponsorizzate dopo il pagamento della sponsorizzazione;
- il secondo, consisteva nel trasferire immediatamente la somma di denaro, dopo l’accredito del pagamento, a conti correnti bancari e postali intestati a due distinte società con sede a Bergamo (società filtro), giustificando tale trasferimento con il pagamento di fatture per prestazioni di servizi mai avvenuti.

Attorno all’associazione gravitavano oltre 50 imprese che hanno annotato costi indeducibili per € 6.750.000 attraverso l’annotazione di fatture per operazioni inesistenti emesse dalle tre società/associazioni sportive.

Complessivamente, l’indagine ha portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria Pisana di 53 persone ed alla scoperta di redditi non dichiarati pari a 4.800.000 euro, Iva dovuta per € 3.550.000 ed Irap dovuta pari a € 400.000.

Al fine di garantire il recupero delle somme corrispondenti alle imposte evase, su disposizione del GIP del Tribunale di Pisa è stato eseguito un sequestro preventivo propedeutico alla confisca 'per equivalente' dei beni riconducibili agli indagati (depositi bancari, beni mobili, immobili e quote societarie), fino alla concorrenza della frode fiscale pari a circa € 6.300.000, di cui sottoposti alla misura cautelare circa € 4.000.000.

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