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Cronaca

Ex Gea, Università e cemento: pronta l'alienazione al privato

Nuova denuncia di Rebeldìa e Sinistra per circa il destino della struttura, a cui si aggiunge quello della Palazzina Feroci. Il 30 giugno il via libera alla permuta privata: "E' speculazione"

Sembra cosa fatta ormai l'alienazione dell'ex Gea da parte dell'Università, l'immobile in via Duca D'Aosta da tempo sulla lista dei beni in vendita ed al centro delle cronache per passati contrasti con le associazioni studentesche. La sua cessione al privato è necessaria nei piani dell'Ateneo per l'acquisizione della totalità del complesso dell'ex convento delle Benedettine, un'operazione immobiliare in cui adesso rientra anche la Palazzina Feroci, in via della Faggiola, anch'essa negli anni oggetto di occupazioni. Un epilogo che vede contrari il Progetto Rebeldìa, Sinistra per, Una Città in Comune, l'Unione Inquilini, l'Associazione Culturale Artiglio e Legambiente.

Tali soggetti tornano a denunciare quella che per loro è una speculazione edilizia. "Giovedì 30 giugno - si legge in una nota firmata dalle associazioni - in CdA dell'Università si darà il via libera all'ennesima speculazione immobiliare sotto le mura storiche della città. Si tratta di una permuta tra l'Ateneo e la Cemes spa dei fratelli Madonna, che nello specifico dovrebbero cedere la restante parte delle Benedettine, già costato all'Università circa 10 milioni di euro per una foresteria, e in cambio l'Ateneo si impegnerebbe a consegnare l'ex Gea e la Palazzina Feroci, che insieme hanno un valore di 4 milioni e 156mila euro, neanche la metà dell'operazione il cui totale è 8 milioni e 700mila euro".

Una contestazione nel merito e nel metodo quella di Rebeldìa. Ricostruisce la vicenda l'attivista Alessandra Maggi: "All'inizio l'Università, era l'agosto del 2014, chiede una variante urbanistica al Comune per l'area ex Gea per far diventare residenziale la zona e costruire una palazzina di 10 piani, davanti alle mura appena rifatte. I comitati di quartiere e Una Città in Comune si sono mossi fino alla sostanziale negazione del provvedimento. Così l'ex Gea cala di valore, e nella permuta adesso rientra anche la Palazzina Feroci".

Una manovra che di fatto era premeditata fin dall'inizio: "Sull'ex Gea hanno fatto bandi andati a vuoto, quando da tempo avevano già previsto l'accordo con il privato. L'Università stessa si è fatta così promotrice di un interesse privato chiedendo la variante. Invece le nostre richieste di un riuso sociale dei beni, come nel caso dell'emergenza abitativa sia degli studenti che della città, a cui ad esempio si presterebbe la Palazzina Feroci, non sono mai state prese in considerazione". "Ultimo punto degno di nota - rileva in conclusione Maggi - è che in questo modo l'Università aliena immobili che non compra nessuno e che sono a garanzia di altri interventi ed operazioni, che quindi risultano scoperte".

Nonostante l'opposizione delle associazioni domani sarà in discussione il mandato per i vertici amministrativi dell'Ateneo per procedere alla permuta con la Cemes spa. Jacopo Acquistapace, senatore accademico di Sinistra per, pone l'accento sul fatto che tutta questa operazione non è funzionale all'attività universitaria: "E' un investimento semplicemente sproporzionato. Non serve alla didattica, spazi simili sotto-utilizzati ci sono già, i problemi sono altrove, su spazi per la grossa utenza e sull'emergenza dei borsisti assegnatari che non hanno l'alloggio. Invece si fa una foresteria per professori. E' evidente come tutto vada nella direzione opposta a quello di cui hanno bisogno gli studenti, cioè una nuova politica di riuso degli spazi per nuove residenze studentesche".

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