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Cronaca

Il pisano Filippi guida gli olivicoltori tra crollo produzione e concorrenza

Fabrizio Filippi è stato nominato presidente del Consorzio Olio Toscano Igp in un momento particolarmente difficile per la produzione colpita dal meteo e dall'olio non proprio "made in Tuscany"

Fabrizio Filippi alla guida degli olivicoltori toscani. Presidente Provinciale di Coldiretti, la principale organizzazione agricola del territorio, Filippi, 48 anni, da Santa Luce, è stato confermato per altri 3 anni alla guida del più grande consorzio di tutela dell’olio italiano, il Consorzio Olio Toscano Igp, con oltre 11 mila soci tra cui figurano produttori illustri come Oliviero Toscani e Cesara Buonamici, e 7 milioni di piante “certificate” Igp. Il Consorzio dell’Olio Toscano Igp è attualmente, in Italia, il più importante a livello numerico. Congratulazioni, per la conferma, con l’augurio di continuare il percorso di miglioramento e valorizzazione dell’olio Toscano a denominazione, arrivano dai vertici provinciali di Coldiretti e dai delegati dei movimenti.

Per Filippi la conferma arriva in una fase molto delicata per il settore reduce da un 2011 difficile con crollo della produzione intorno al 40% e dallo scandalo dell’olio alla clorofilla che ha, purtroppo, toccato da vicino anche la Toscana. Un danno economico difficile da quantificare, un inganno dagli effetti incalcolabili per il brand Made in Tuscany che sta sugli scaffali di mezzo mondo senza nemmeno saperlo: c’è chi spaccia prodotto toscano quello che di toscano ha, forse, solo il richiamo subdolo e sfuggevole sull’etichetta.

“Bene i controlli sull’origine - commenta Filippi - sono importanti per tutelare la produzione toscana da una concorrenza sleale che banalizza il prezzo e mortifica il lavoro di tante aziende”. Ma se la produzione è crollata per effetto delle pazze condizioni meteo, e c’è ancora chi gioca alle sofisticazioni, dall’altro c’è un tessuto di imprese che ha voglia di giocare a carte scoperte per rivendicare la qualità di prodotto ed un marchio che bisogna meritare: “470 nuovi iscritti nel 2011 - analizza Filippi - rappresentano un segnale molto importante per il mercato nel futuro. Significa che i produttori investono, ed investiranno, sulla qualità certificata del prodotto. Hanno compreso che la strada, l’unica per distinguersi, per contrastare la crisi, è differenziare il prodotto da tutti gli altri. Le prospettive, per i produttori Igp, sono interessanti”.

A conferma che non necessariamente servono i numeri per produrre Igp il dato relativo alla dimensione delle aziende che certificano: “Le imprese che certificano da 1 chilogrammo a 3 quintali - spiega ancora - quindi, piccole aziende, sono in crescita. Si punta al prodotto di nicchia, esclusivo, destinato magari alla ristorazione”. E proprio la ristorazione, il collegamento con i grandi chef, l’altro canale che il Consorzio di Tutela intende “sfruttare” per azionare una serie di meccanismi virtuosi in grado di alimentare la qualità del prodotto e l’identità delle produzioni. “Ci sono ampi margini di crescita per l’Igp in Italia - conclude Filippi - il nostro obiettivo è accrescere il valore che sta dentro ogni bottiglia. Vogliamo vendere, insieme ad olio eccellente, la Toscanità del prodotto. Quella nessuno può copiarcela. E’ da qui che ripartiamo”.

 

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