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Cronaca

Fasciazione della mensa e diritto allo studio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

A partire dal 1 aprile entrerà in vigore il provvedimento sulla fasciazione delle tariffe delle mense universitarie, approvato dal Consiglio di Amministrazione del DSU Toscana lo scorso 30 novembre nel  bilancio previsionale per l'anno 2012. Da lunedì 2 aprile, quindi, gli studenti pagheranno il servizio mensa in base al loro isee (2,80€ gli studenti con Isee familiare non superiore a 36.000€; 3,00€ quelli con Isee compreso tra 36.000€ e 75.000€; 4,00€ gli studenti con Isee superiore a 75.000). Come si vede, alla fine assisteremo ad un aumento sostanziale di 1 euro per gli studenti con isee sopra i 75000 a fronte di un costo invariato per la fascia intermedia e di una diminuzione molto ridotta (0,20 euro) per gli studendi sotto i 36000 euro. E' evidente come questa si qualifichi come una misura di falsa equità sociale (anche perchè  l'ISEE è un indicatore che non rileva effettivamente la ricchezza delle famiglie) che comporterà l'allontanamento di una parte consistente degli studenti dal servizio mensa e, conseguentemente, una diminuzione della qualità del servizio nel medio periodo, oltre a presentare alcune storture, come l'inclusione automatica degli studenti Erasmus nella fascia più alta e a non apportare un significativo introito nelle casse del Dsu.
E' inoltre di questi giorni la notizia che il governo dei tecnici ha dato il via libera anche ai due decreti attuativi della legge Gelmini, il numero 436 e il 437. In un contesto in cui FFO e fondo per il diritto allo studio sono stati in questi anni drasticamente tagliati (94% in tre anni il fondo per le borse di studio) e in cui le regioni già finanziano il diritto allo studio con fondi che sono il 60% di quanto stanziato dallo stato, si decide, sul solco della Gelmini, di alzare ulteriormente le tasse regionali (aliquota unica di 140 euro/anno oppure a scaglioni da un minimo di euro 120 a un massimo di euro 160/200 anno) e di ingabbiare il reclutamento degli atenei in un meccanismo che li costringerà, se vogliono assumere un docente, un ricercatore o un tecnico di laboratorio, ad alzare le tasse agli studenti, con buona pace di quel vincolo alla contribuzione studentesca al 20% del FFO che ancora esiste ma di cui nessuno sembra ricordarsi.
Per noi è impensabile che siano gli studenti i principali finanziatori di un diritto che dovrebbe essere loro concesso dallo stato, ed è anche per questo motivo che come gruppo regionale Fds-Verdi abbiamo presentato un'interrogazione alla giunta regionale. All'attacco che viene ormai condotto da anni contro l'università e la scuola pubblica, e che anche questo governo porta avanti, da un lato con l'introduzione di logiche aziendalistiche nella gestione degli atenei e dall'altro riformando il diritto allo studio in modo da fare profitti sulle spalle degli studenti (potenziando il meccanismo dei fondi per il merito o abolendo il valore legale del titolo di studio), si deve rispondere tempestivamente e con fermezza.
Ripensare le modalità  di assegnazione di appalti alle varie ditte che gestiscono le mense, garantire abbonamenti urbani a costi agevolati per studenti, incentivare lo strumento del contributo per l’affitto, garantire (sul modello di quello che hanno fatto altre regioni) un accesso agevolato alle attività culturali per tutti i soggetti in formazione: queste sono solo alcune delle cose che si potrebbero fare in un'ottica di ripensamento del diritto allo studio in Toscana, insieme certo a una rimodulazione dei costi della mensa che sia più equa, come peraltro hanno già chiesto le associazioni studentesche più rappresentative.
Chiediamo alla regione e all'azienda regionale per il diritto allo studio di intraprendere il prima possibile un percorso trasparente, aperto e partecipato su queste questioni, anche in considerazione dei maggiori introiti per l'azienda che deriveranno dall'aumento delle tasse. Tale percorso, naturalmente, dovrà includere tutti i soggetti coinvolti, a partire proprio da quelle organizzazioni culturali, sindacali e  studendesche che più di tutte in questi anni si sono battute per la difesa dei diritti degli studenti e dei lavoratori della conoscenza e per la qualità della didattica e della ricerca nelle nostre università.

Alberto Giorgi, resp. scuola Prc-SE Toscana
Luca Panicucci, resp. Conoscenza Giovani Comuniste/i Toscana

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