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Cronaca

Serrande alzate per il flash mob che chiede la riapertura dei negozi

La mobilitazione lanciata da Confcommercio chiede l'anticipazione della ripartenza e misure di sostegno alle imprese.

Gli imprenditori pisani sono stati protagonisti oggi, 4 maggio, della giornata di mobilitazione per la riapertura lanciata da Confcommercio Provincia di Pisa, con le serrande alzate di negozi, bar, ristoranti e pizzerie per lanciare il messaggio che "nel rispetto dei protocolli di sicurezza, aprire si può!".

Ne è convinta la presidente di Confcommercio Federica Grassini, che in un incontro alla presenza del sindaco di Pisa Michele Conti parla di "numeri drammatici e previsioni preoccupanti". Al vertice c'era anche il vicepresidente vicario Alessandro Trolese, la presidente di ConfRistoranti Daniela Petraglia e il direttore Federico Pieragnoli. "Con 13mila aziende su 20mila chiuse da marzo a causa del lockdown, in un trimestre è crollo del Pil provinciale di 9 punti percentuali, 800 milioni di euro in fumo, una perdita stimata di 6-7mila posti di lavoro e la chiusura definitiva di un numero compreso di aziende tra le 2mila e le 3 mila. Di fronte a questo scenario apocalittico - dice Grassini - chiediamo di fare presto e una riapertura anticipata nella più assoluta sicurezza per noi, per i nostri collaboratori e per i nostri clienti. Fino ad oggi non abbiamo avuto nessun aiuto dallo Stato, escluso la cassa integrazione per i nostri dipendenti, di questo passo si rischia una crisi irreversibile. Tutto questo è contenuto in un corposo dossier che abbiamo inviato al Prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo affinché lo inoltri al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte".

"Nella nostra città, fortunatamente, è presente molto pubblico impiego, settore che ha risentito meno di altri della crisi economica generata dall’emergenza sanitaria in corso - ha spiegato il sindaco di Pisa Michele Conti - ma Pisa è una città che vive anche di turismo e di commercio, ambiti che hanno bisogno di un sostegno concreto per ripartire. Noi abbiamo varato il piano 'Riapri Pisa', in cui sono presenti molte misure interamente finanziate dal bilancio comunale in favore di queste categorie economiche, ma il Comune da solo non ce la può fare: le nuove misure del Governo non convincono perché non sembrano contenere un piano organico e una tempistica certa per la riapertura del Paese e delle nostre città. Manca, poi, un vero piano economico di sostegno alle imprese e all’economia reale e ai cittadini. Per questo stamattina sono al fianco dei commercianti per chiedere maggiori tutele e una ripartenza certa per chi dimostra di essere in grado di far rispettare le norme sul distanziamento sociale. Le attività se non saranno adeguatamente aiutate non ce la faranno a ripartire: il Governo, che nelle scorse settimane si è preoccupato di nominare i vertici delle grandi aziende statali, si occupi ora, da subito, di aiutare i commercianti a togliere per un anno le spese fisse, ad esempio, dalle bollette Enel. C’è un estremo bisogno di azioni concrete o ne risentiranno tutti i territori".

Le richieste di Confcommercio sono sintetizzate dalle parole del direttore Federico Pieragnoli: "Riaperture il 4 maggio per i negozi e il 18 maggio per i pubblici esercizi, anno fiscale in bianco e annullamento delle tasse per l'intero 2020, risorse a fondo perduto per i mancati guadagni delle aziende costrette a chiudere, moratorie sui debiti estese a dodici mesi, l'azzeramento dei costi di accesso al credito, con lo Stato che si fa carico degli interessi richiesti dalle banche e dei costi della garanzia, mantenimento della cassa integrazione, lo sblocca fondi per le casse dei comuni".

Gli imprenditori davanti i loro negozi 'aperti'

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