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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Marina di Pisa

Foce Arno insabbiata, Legambiente: "Un fenomeno previsto"

Legambiente Pisa ha dichiarato che l'insabbiamento della foce, già avvenuto in passato, è anche una conseguenza del turbamento degli equilibri naturali e il suo dragaggio non deve pesare sugli enti pubblici

"La Capitaneria di Porto di Marina di Pisa  ha dichiarato 'non navigabile' Boccadarno, dopo avere verificato che il fondale è ridotto a poco più di un metro - fanno sapere da Legambiente -  Il problema non è da poco a fronte delle migliaia di imbarcazioni che hanno il rimessaggio lungo la golena del fiume e agli alti costi che avrebbe un eventuale dragaggio. Senza dimenticare i rischi ambientali. Le scarse piogge con la conseguente mancanza di una forte piena sarebbero all’origine del fenomeno, anche se qualcuno avanza l’ipotesi che qualche responsabilità l’abbiano i lavori per il porto".

"A tal proposito Legambiente Pisa non vanta certezze, ma ricorda alcuni elementi sicuri. L’insabbiamento della foce è un fenomeno già avvenuto in passato, anche se forse ora si presenta in modo più grave, tanto che è già stato necessario dragare la foce. Questo è uno dei motivi che hanno fatto spostare l’ingresso del porto in costruzione sul lato mare, mentre inizialmente era previsto sul lato Boccadarno".

"Ricordiamo - spiegano da Legambiente - che la previsione iniziale di apertura sull'Arno era stata suggerita proprio perché giudicato ambientalmente rischioso realizzare opere a mare. In generale ricordiamo che quasi tutti i fiumi italiani, Arno compreso, hanno perso la libertà di occupare gli spazi necessari alla loro vita naturale: rettificazioni e cementificazione delle sponde hanno provocato gravi danni, a partire dalle esondazioni e dagli squilibri alle foci".

"Come spesso accade, turbare gli equilibri naturali a fini di sviluppo economico agisce come boomerang e porta più danni che benefici, anche economici. Il necessario uso delle risorse naturali dovrebbe essere subordinato alla loro conservazione per il futuro. L’associazione degli ormeggiatori - proseguono da Legambiente - ha denunciato un paradosso, dicendo di pagare un canone per i demani e per le attività nautiche per poi sentire le dichiarazioni di non navigabilità dallo Stato. La non navigabilità è un dato oggettivo, non una decisione dello Stato. Inoltre le ingenti spese per il dragaggio, se hanno il solo scopo di soddisfare i possessori di imbarcazioni, non possono essere caricate sulle spalle dello Stato, o di un altro ente pubblico che opera per conto e con i soldi di tutti i cittadini".

"Legambiente - concludono dall'associazione - non vorrebbe che fossero tutti i cittadini a dover pagare, sia in termini economici che di qualità dell’ambiente, per scelte fatte in base a interessi particolari. La gestione del fiume, delle rive, della foce e del porto ha bisogno di un'attenzione rivolta alla conservazione di equilibri che consentano la fruizione futura di quella bella e importante parte del nostro territorio".

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