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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Da Monza passando per Londra: un affresco di Benozzo Gozzoli torna in Camposanto

Il reperto è stato riconsegnato maggiore Francesco Provenza, comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Monza, protagonisti del ritrovamento

L'arte e i beni culturali a volte fanno giri immensi. Grazie all'operato di figure professionali che dedicano il loro lavoro, ogni giorno, alla ricerca delle opere trafugate in modo illecito dalle sedi d'origine, è più semplice che riescano a tornare nei luoghi di appartenenza. E' il caso del frammento dell'affresco realizzato da Benozzo Gozzoli per il Camposanto monumentale di piazza dei Miracoli, che nella mattinata di venerdì 11 giugno è ritornato nella sua dimora originaria: la consegna nelle mani del presidente dell'Opera della Primaziale Pier Francesco Pacini è stata effettuata dal maggiore Francesco Provenza, comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Monza, protagonisti principali del ritrovamento.

"Nel 2020 il Nucleo ha avviato un'indagine volta a constrastare il traffico illecito internazionale di beni culturali - spiega il maggiore Provenza - le piste seguite dagli agenti sono arrivate sino a un cittadino lombardo, in regolare possesso di questo frammento che immediatamente ci ha colpito: abbiamo intuito che potesse avere un valore culturale molto alto, e per questo motivo abbiamo approfondito le ricerche". Il manufatto è risultato essere stato regolarmente acquistato dal cittadino italiano presso un antiquario britannico negli anni '90, "ma da una prima ricerca sul database dei reperti trafugati illecitamente non vi era traccia di questo reperto" specifica Provenza. "Ci siamo mossi allora attraverso altri canali, richiedendo anche un confronto con gli esperti dell'Opera della Primaziale e la Soprintendenza dei Beni culturali di Pisa e Livorno - aggiunge il maggiore dei Carabinieri - dall'incrocio delle perizie abbiamo ricostruito una parte della storia di questo frammento di affresco".

E' emerso che il reperto è composto da elementi pittorici facenti parte delle decorazioni presenti nel corridoio affrescato del Camposanto monumentale di Pisa. La figura centrale proviene dal ciclo pittorico 'Storia sogno e nozze di Giacobbe', il volto a destra dal ciclo pittorico 'Storie di Esaù e Giacobbe', mentre quello a sinistra dall’affresco 'Innocenza di Giuseppe'. Tutti ovviamente dipinti dalla mano di Gozzoli nel 15° secolo, in epoca tardo-medievale. Dopo il disastroso, quanto accidentale, bombardamento che colpì il Camposanto il 27 luglio 1944 nel corso della seconda guerra mondiale, diversi frammenti della struttura sono stati trafugati illecitamente per poi essere rivenduti sul mercato a scopo di lucro.

Restituzione frammento affresco di Benozzo Gozzoli nel Camposanto monumentale

"Le indagini sono ancora in corso, perché ci sono altre piste che devono essere approfondite - commenta il maggiore Francesco Provenza - ad esempio vorremmo capire in che modo l'antiquario inglese è entrato in possesso del reperto. Ma per il momento ci godiamo la grande soddisfazione di aver riportato a casa un frammento di un'opera eccezionale, che arricchisce il luogo nel quale dal 2000 è seppellito il capitano dell'esercito statunitense Deane Keller, che nel secondo conflitto mondiale era comandante dei celebri 'Monuments Men', il gruppo di militari esperti d'arte incaricato di censire e salvaguardare i monumenti e i siti artistici colpiti dagli scontri a fuoco e depredati dall'esercito tedesco".

Il presidente della Primaziale Pier Francesco Pacini conclude con un ringraziamento "sentito e partecipato, a nome di tutta la cittadinanza, per l'azione compiuta dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Quel 27 luglio rappresenta ancora oggi una ferita per tutto il sito monumentale di piazza Duomo. All'indomani del bombardamento e del rovinoso incendio che deturpò una grande parte degli affreschi di Gozzoli e quasi per intero la copertura del Camposanto, l'allora soprintendente Piero Sanpaolesi parlò di 'un senso di raccapriccio impossibile da rendere a parole'. Un disastro che soltanto con pazienza e la professionalità dei restauratori ancora oggi all'opera nelle gallerie del Camposanto, stiamo cercando di contenere e rimediare". 

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