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Cronaca

Case popolari: è scontro tra Apes e comitati di quartiere

Venti le famiglie che ci vivono senza averne i titoli. I comitati di quartiere: "I veri 'furbetti' sono gli amministratori che gestiscono il patrimonio pubblico a proprio piacimento". Apes: "Così si difende chi evade"

"I veri furbetti non sono gli inquilini che occupano le case popolari per necessità, ma quegli amministratori che hanno gestito il patrimonio pubblico come il proprio orticello di casa, applicando le leggi a proprio piacimento". E' scontro tra i comitati dei quartieri popolari di Pisa e i vertici di Apes in seguito alla pubblicazione, da parte di quest'ultima, del Bilancio Sociale 2014. Un bilancio dal quale emergono diversi dati, primi tra tutti quelli che riguardano l'elusione: nel 2014 sono state 20 le occupazioni di alloggi senza titolo e 21 le famiglie con morosità colpevole superiore a 20mila euro. A questo si sommano 89 casi di persone che hanno un'auto di cilindrata superiore ai 2000 cc non dichiarata.

Numeri che scatenano le proteste dei movimenti per la casa. "A fronte di migliaia di alloggi popolari gestiti (male) dall'Apes - affermano i comitati - si provano a scaricare le colpe su qualche decina di famiglie". Nel mirino degli attivisti la Commissione Erp, formata da rappresentanti di Comune, Apes, Sds e Unione Inquilini, colpevole "di assegnare le case senza tenere conto di quelli che sono i parametri stabiliti dalla legge". "Il regolamento firmato nel momento delle assegnazioni - proseguono i comitati dei quartieri popolari - prevede degli standard negli alloggi e una serie di lavori di manutenzione che spettano ad Apes. Il problema è che questi lavori non vengono effettuati, con molti inquilini costretti a vivere in case senza riscaldamento, con crepe ai muri, infiltrazioni d'acqua e tanto altro. Ed è per questo che in molti hanno deciso di autoesonerarsi dagli affitti".

I movimenti per la casa tornano poi ancora una volta sulla vicenda dei 10 milioni di euro di finanziamenti regionali per la riqualificazione di Sant'Ermete che ancora non sono stati versati nelle casse del Comune. "La Regione - proseguono i comitati - ha dichiarato di voler aprire un mutuo per trovare i soldi necessari a completare il progetto. Se davvero fosse così sarebbe inaccettabile perchè gli effetti di questo indebitamento verrebbero ancora una volta scaricati sulla cittadinanza costretta a pagare alle banche gli interessi del prestito".

Domani, martedì 7 giugno, i comitati dei quartieri popolari annunciano quindi la loro presenza "in Consiglio Regionale per chiedere spiegazioni all'assessore Ceccarelli sul progetto di Sant'Ermete e il relativo mutuo da accendere. I soldi necessari per completare il progetto - concludono i comitati - devono essere trovati tagliando sui tantissimi sprechi e sulle grandi opere inutili che invece vengono continuamente finanziate".

LA RISPOSTA DI APES. Diversa la posizione di Apes con il presidente Lorenzo Bani che questa mattina, lunedì 6 maggio, ha anche presentato un esposto contro ignoti alla Procura per 'diffamazione'. Il riferimento è a un volantino distribuito a Sant'Ermete in cui si parla di 'gestione criminale da parte di Bani di Apes'. In merito ai numeri evidenziati dal Bilancio sociale il presidente di Apes afferma che "difendere chi occupa un'abitazione senza averne i requisiti è come difendere chi evade le tasse. Abbiamo individuato 20 nuclei familiari con reddito superiore ai 30mila euro e che quindi non dovrebbero stare nelle case popolari. Stesso discorso vale per chi non ha dichiarato di possedere macchine di grossa cilindrata".

Apes risponde poi anche alle critiche riguardanti le condizioni degli alloggi popolari. "Il vero problema - afferma Bani - è che per fare manutenzione servono soldi. Da parte della Regione i finanziamenti arrivano in ritardo e con il contagocce, mentre manca un piano nazionale che ci permetta di fare investimenti. Dalla Regione - continua il presidente di Apes - devono arrivare gli oltre dieci milioni per il progetto Sant'Ermete: ci sono dei ritardi ma abbiamo garanzie che i soldi arriveranno. Intanto, dopo i ritardi, sono stati versati gli 1,3 milioni di euro destinati alla realizzazione dei primi lavori per il nuovo lotto in via Emilia". Infine sul mutuo. "Le spese - conclude Bani - verranno sostenute dalla Regione e non ricadranno nè sulle tasche dei cittadini nè sui servizi legati all'edilizia popolare".

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