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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Polemica sulla 'Ginnastica Dinamica Militare': "Noi esaltati? Solo per lo sport!"

La lezione prova prevista alla palestra delle Fucini ha trovato l'opposizione di collegio docenti, genitori ed esponenti politici. Il presidente di Gdm Italia: "Quando ci conosci, capisci che siamo stati attaccati per niente"

"All'ultimo campus estivo ci siamo allenati a piedi nudi, sotto la fresca pioggia estiva. Una sensazione bellissima. Certo, visti da fuori, magari da seduti al bar mentre si beve uno spritz, uno pensa: questi sono matti". Il presidente e maestro istruttore dell'associazione sportiva 'Ginnastica Dinamica Militare Italiana 1978', Matteo Sainaghi, racconta e si racconta, rispondendo alle numerose polemiche che sono montate circa l'appuntamento previsto il prossimo 19 settembre a Pisa alla palestra delle scuole Fucini.

La materia del contendere è l'allenamento di prova aperto a tutti fissato alle 19.30, che darebbe spazio, secondo le critiche, ad un'attività che veicola "aggressività", "cancellazione della personalità", o comunque più in generale che sia "in netto contrasto con i valori scolastici della scuola italiana e con quelli che noi, come genitori, cerchiamo di trasmettere ogni giorno ai nostri figli". Una ricostruzione che richiama uno spirito di esaltazione della forza, di imposizioni a tinte guerrafondaie, con sfumature politiche magari di destra. Uno scenario che viene rigettato dall'ideatore della disciplina.

"Non c'entra niente la politica, è tutto su base volontaria, è tutto ragionato affinché chi si allena possa trovare la propria dimensione, per ottere i miglioramenti psico-fisici che l'attività sportiva è in grado di fornire", afferma Matteo. Che chiarisce subito alcuni punti: "Non alleniamo bambini. Solo maggiorenni, o dai 16 anni in su se accompagnati dai genitori. Mio figlio ha 8 anni e mai lo farei allenare con le nostre tecniche. A quelle età la ginnastica deve essere ricreativa, di gioco. Mi hanno proposto spesso di collaborare con le scuole, ma non ho mai accettato, proprio per questo".

Gli aspetti militareschi delle prestazioni rispondono a necessità precise: "L'allenarsi in griglia ad esempio - spiega il primo promotore della Gdm - è utile perché eventuali movimenti scoordinati si notano subito. Non usiamo musica perché quando si è in tanti si possono non sentire gli esercizi chiamati e vogliamo che ci sia concentrazione. L'allenarsi scalzi è per avere l'appoggio naturale. Il vestirsi uguali è per essere tutti alla pari, è come avere il kimono o qualsiasi altra divisa sportiva. La spinta che diamo che sento dire 'aggressiva' non è per creare avversità verso gli altri, ma per spingere a prendere coscienza di se stessi, perché sappiamo che le potenzialità di migliorarsi le ha ogni persona che vuole allenarsi. Sappiamo che all'inizio si trovano scuse: cerchiamo di aiutare a superarle, è motivazione. Chiaramente è tutto su base assolutamente volontaria: se la tipologia di allenamento non piace, nessuno obbliga a fare nulla!". 

'Ginnastica Dinamica Militare Italiana 1978' è un marchio registrato e viene da anni di formazione e riadattamenti sul campo, tiene a specificare Matteo. La genesi parte da Brescia: "La disciplina viene dai protocolli di allenamento degli anni '70 usati in ambito agonistico. Ho avuto la fortuna di lavorare con Mario Tagliafierro, neurologo, fisiatra, medico dello spot e ortopedico, con cui ho fatto tirocinio e collaborato poi in una struttura di Brescia. E' con lui che dal 2007 abbiamo cominciato a pensare a come impostare un metodo di allenamento a corpo libero che potessero fare tutti, riportando in auge anche una grande tradizione italiana. Con lui che ho scritto la tesi in Fisioterapia, poi pubblicata e avallata dal Coni per la certificazione come nuova metodica sportiva".

Un'avventura poi diventata imprenditoriale nel 2013: "Facevo il preparatore in una palestra di Brescia, che poi ha chiuso. Già cercavo un luogo dove cominciare e proprio da lì è iniziata. In 5 mesi avevo 100 iscritti. Nel 2014 ho depositato il marchio e oggi siamo 360 istruttori in tutta Italia per 37mila atleti. Mai avrei immaginato una crescita simile. Ma ci siamo. Ed è a tutti loro che penso quando leggo le critiche come quelle che ci sono state mosse. Noi pensiamo allo sport e a farlo nel rispetto di tutte le normative e delle persone. Chi si è preoccupato - conclude Matteo - è perché non ci conosce. Per questo invito tutti a venire a provare".

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