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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Giorno del Ricordo: rotatoria intitolata a Norma Cossetto

Al termine del Consiglio comunale è stata scoperta la targa per ricordare la studentessa uccisa nella tragedia delle foibe

Si sono svolte ieri a Pisa le celebrazioni per la Giorno del ricordo, un appuntamento istituito con la legge 30 marzo 2004 dal parlamento italiano per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Nel primo pomeriggio nel corso del Consiglio comunale dedicato alla particolare occasione è intervenuto il sindaco Michele Conti per ricordare la tragedia delle foibe: "Come ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, 'quegli avvenimenti rappresentano una pagina molto dolorosa della nostra storia e il tentativo, perpetrato nel tempo, di coprirne le dinamiche e i contorni storici è stata una operazione inaccettabile. Così come inaccettabili sono le tesi negazioniste: in nessun caso possono infatti ritenersi ammissibili motivazioni o compromessi ideologici volti a legittimare la violazione della dignità dell'uomo o a ridimensionare le gravi responsabilità storiche che hanno portato ad eventi così drammatici' ha sottolineato il primo cittadino - faccio mie le parole del Capo dello Stato, che con un gesto semplice ma potente, che vale più di mille parole, ha indicato, già due anni fa, la strada che tutti noi dobbiamo seguire per rendere onore alla memoria storica e per restituire verità e dignità alle vittime delle foibe; mi riferisco alla foto del 13 luglio 2020, divenuta iconica, quando durante la cerimonia di deposizione di una corona di fiori alla foiba di Basovizza, si tenne per mano con il presidente sloveno Borut Pahor. Due capi di stato che, attraverso un 'ricordo doloroso, gettano un seme di pace e di civiltà', che non lascia spazio a interpretazioni ideologiche o a tesi negazioniste, purtroppo ancora oggi propugnate da alcune faziose minoranze. Anche Pisa, che molti anni fa ha accolto una comunità di istriani, giuliani e dalmati che hanno ripreso qui il cammino della loro vita interrotto brutalmente dalle violenze perpetrate nel confine orientale, vuol dare come ogni anno il proprio contributo alla memoria condivisa e al ricordo: il calendario di iniziative organizzato per celebrare la ricorrenze terminerà, dopo questo Consiglio comunale straordinario, con l’intitolazione della rotatoria tra via Maccatella e via di Cisanello a Norma Cossetto: una giovane studentessa che abitava in quel difficile confine orientale che fu catturata, seviziata e torturata per poi essere gettata, probabilmente ancora viva, nel buio profondo di una foiba insieme ad altri civili che niente avevano a che fare con il conflitto, tragica sorte che fu comune ad altri migliaia di nostri connazionali. Una figura alla quale il presidente della Repubblica Ciampi ha conferito nel 2005 la medaglia d’oro al valore civile. Mi piace anche ricordare che nel ’49 un deputato del Pci, Concetto Marchesi, volle che l’università di Padova, dove la ragazza studiava, conferisse a Norma Cossetto, la laurea honoris causa in lettere. Uno spazio cittadino a Norma Cossetto significa che anche a Pisa se ne onora la memoria e verranno ricordate, insieme a lei, tutte le donne che hanno dovuto subire violenze, torture e sofferenze di ogni tipo in quegli anni terribili. Chi non ricorda non ha futuro e l’impegno delle istituzioni dev’essere pieno e non formale, per costruire una memoria condivisa e una coscienza civile in ogni cittadino, precondizioni per un mondo di pace e di democrazia" ha concluso il sindaco.

"Ancora oggi non ci è dato di conoscere il numero esatto dei morti in foiba, tant'è che spesso, ogni volta che viene individuata una di queste cavità carsiche, si fanno stime delle vittime per metri cubi, in base alla profondità della foiba ed a quelle che sono le persone scomparse in zona - ha sottolineano nel suo intervento il presidente del Consiglio comunale Alessandro Gennai - l’esodo fu un fenomeno che vide coinvolte, in periodi differenti, un numero di persone compreso tra 250mila e 350mila unità. Per chi lasciava la propria terra, le proprie abitazioni e le proprie radici non era previsto il ritorno. Anche Pisa nel suo piccolo accolse esuli Istriani. Molti di loro trovarono rifugio, inizialmente, nel campo profughi di Migliarino, composto da baracche. Una condizione di provvisorietà che si protrasse per anni. Solo con gli edifici in muratura, che a Marina di Pisa sarebbero andati a costituire il villaggio Dalmata, queste persone, questi italiani poterono iniziare nuovamente a riappropriarsi della propria vita, tornando ad avere una propria intimità domestica e familiare e cercando un lavoro stabile. È giusto ricordare che Pisa accolse anche - nella sua Diocesi - un gruppo di seminaristi provenienti da Pola. Oggi, di questa drammatica vicenda, sappiamo ancora molto poco: tante sono le pagine oscure e tanto deve essere ancora compreso e studiato. Soprattutto, gli sforzi devono convergere affinché sia creata  una memoria condivisa di quel drammatico periodo. Voglio concludere nel ricordare che il rispetto delle opinioni nasce dalla conoscenza, la quale impone grande impegno e dedizione e se la conoscenza può anche creare problemi, non è certo l’ignoranza che può risolverli".

Soddisfazione per l'intitolazione della rotatoria a Norma Cossetto è espressa dall'assessore Filippo Bedini, che nel 2018, quando era nei banchi dell'opposizione, fu primo firmatario di una mozione per rendere omaggio alla studentessa uccisa. "È bello quando i simboli diventano 'tangibili' per poter ancor meglio rendere merito alla verità storica, che non deve distinguere tra morti di serie A e di serie B, o tra carnefici da condannare e carnefici da esaltare - dice Bedini - quell’approccio, negazionista a fasi alterne e infarcito di ipocrisia, che guarda sempre solo ai vincitori e mai ai vinti, non ci deve appartenere. Anche a Pisa è finalmente finita la stagione dei 'due pesi e due misure', in cui le vittime di certi regimi vanno ricordate e quelle dei regimi comunisti negate".

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