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Cronaca

Il dottor Bellandi in Giappone per raccontare l’esperienza toscana sulla sicurezza dei pazienti

La Regione Toscana e l’Azienda sanitaria all’avanguardia per l’attenzione ad ergonomia e fattori umani e per la formazione interprofessionale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Il direttore della struttura della Sicurezza dei Pazienti dell’Azienda USL Toscana nord ovest, dottor Tommaso Bellandi ha rappresentato la Regione Toscana e l’Azienda sanitaria al terzo vertice sulla sicurezza dei pazienti (“Global Patient Safety Summit”), che si è tenuto dal 12 al 14 aprile 2018 a Tokyo con la partecipazione di oltre 40 delegazioni nazionali provenienti da tutto il mondo.

Il governo giapponese, in partnership con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quest’anno ha infatti raccolto il testimone del Regno Unito e della Germania, che avevano organizzato i summit del 2016 a Londra e del 2017 a Berlino, con l’obiettivo dichiarato di portare la questione della sicurezza del paziente al primo posto nell’agenda della politica sanitaria globale.

Il dottor Bellandi è stato invitato - insieme ad altri 11 esperti a livello mondiale di sicurezza del paziente - per l’attività svolta con il Centro Gestione Rischio Clinico della Regione Toscana ed in rappresentanza di tutti i professionisti che in questi anni hanno costruito la rete per la sicurezza e la qualità delle cure dell’Azienda USL Toscana nord ovest, considerato un modello di riferimento a livello internazionale, come attestato circa un mese fa anche dall’Università di Oxford.

Qual è il messaggio emerso dal vertice?

“Nella Dichiarazione di Tokyo, sostenuta da tutti i Paesi e dalle organizzazioni internazionali presenti - evidenzia Bellandi - si chiede ai Paesi di accelerare i progressi da essi compiuti nel miglioramento della sicurezza dei pazienti a livello globale investendo nella gestione del rischio, accrescendo la trasparenza e attuando buone pratiche che riconoscano l’importanza del coinvolgimento dei pazienti per la sicurezza e qualità dei servizi sanitari. Questo confronto internazionale ha permesso di arrivare ad una sintesi politica ancora più concreta: l’affermazione, condivisa da tutti gli attori del summit, che impegnare risorse per la sicurezza dei pazienti è l’investimento più redditizio per i sistemi sanitari, visto che per 1 euro speso per la sicurezza delle cure se ne possono risparmiare 3 associati agli effetti degli eventi avversi, come abbiamo dimostrato anche in Toscana, ad esempio nella prevenzione del rischio tromboembolico o della sepsi”.

“I temi scelti quest’anno dagli organizzatori - prosegue Bellandi - sono stati: la cultura della sicurezza, la sicurezza dei pazienti nella società che invecchia (e questo riguarda sia la cittadinanza che la popolazione lavorativa), le tecnologie digitali (un’opportunità a patto che si mettano al centro l’interesse del paziente ed il valore delle cure), le buone pratiche nei paesi a basso e medio reddito e l’impatto economico della sicurezza dei pazienti”.

Tra l’altro, nell’ambito della grande tematica della sicurezza sul lavoro, la Regione Toscana e l’Azienda USL Toscana nord ovest sono considerati all’avanguardia per vari aspetti.

Intanto la Regione Toscana è stata tra le prime in ambito internazionale a porre l’attenzione sull’ergonomia e sui fattori umani, partendo dal concetto che la salute e la sicurezza dei lavoratori della sanità è sempre più legata a quella dei pazienti. Nel 2006 è infatti nata a Firenze la Healthcare systems Ergonomics and Patient Safety (HEPS), con la prima di una lunga serie di conferenze internazionali che hanno posto l’accento su queste problematiche, in precedenza poco considerate.

Un altro elemento che contraddistingue l’Azienda USL Toscana nord ovest e la Regione è quello della formazione interprofessionale (IPE): è molto apprezzato il nostro piano per la formazione continua per la sicurezza dei pazienti, che coinvolge operatori di diversi profili (medici, infermieri, tecnici e via dicendo) creando una cultura comune per il miglioramento della qualità.

E sono sempre più consapevoli dell’importanza di questi strumenti, come è emerso nel summit nipponico, i Ministeri della Salute di Paesi importanti come la Germania, l’Inghilterra e lo stesso Giappone.

Per quanto riguarda più in generale l’Italia, un riferimento fondamentale è la legge 24 del 2017 per la sicurezza delle cure, il primo atto legislativo che contempera i fondamentali diritti dei pazienti con la necessaria tutela degli operatori sanitari.

 Gli sviluppi futuri legati alla sicurezza del paziente, a livello mondiale ma anche nella realtà toscana e dell’Azienda USL Toscana nord ovest sono essenzialmente due.

Il primo è proprio quello di una sempre più estesa educazione e formazione interprofessionale per la qualità e la sicurezza.
Il secondo sviluppo atteso è quello di spostare progressivamente le risorse dall’assistenza per acuti alle cure di comunità, mettendo i pazienti (soprattutto quelli più anziani) e le famiglie al centro nella prevenzione dei rischi sanitari. Un approccio olistico, mediante il coordinamento tra professionisti sanitari e socio-sanitari, insieme ai pazienti e le famiglie, può infatti migliorare considerevolmente la sicurezza, ad esempio riducendo l’uso improprio dei farmaci, anticipando il rischio di cadute ed azzerando le infezioni correlate all’assistenza.

In una società che invecchia, come la nostra (ma anche in Giappone, ad esempio, c’è la stessa problematica) il potenziamento della rete dei servizi attorno alla persona anziana diventa infatti un tema decisivo.

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