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Cronaca Santa Maria a Monte

Impianto a biogas di San Donato: minacce e spintoni in consiglio

Alcuni membri del Comitato contro l'impianto hanno aggredito i capigruppo di Pd e Sel Manolo Panicucci e Massimiliano Casalini che avevano chiesto un incontro a fine seduta con gli stessi cittadini

Spintoni e minacce a membri del consiglio provinciale durante la seduta di ieri in cui si è discusso dell'impianto a biogas che potrebbe sorgere nella frazione di San Donato, nel comune di Santa Maria a Monte, in attesa della conferenza dei servizi in programma il prossimo 29 marzo. E naturalmente non sono mancati in aula i membri del Comitato sandonatese "Tutela, salute e ambiente" che avevano il permesso di assistere alla seduta consiliare. In loro la paura di vedersi costruire sotto casa l'impianto è tanta. Sembra di essere di fronte ad un film già visto con le proteste dei comitati di Castelfranco di Sotto contro il pirogassificatore e di Peccioli contro l'ampliamento della discarica. Cartelli e striscioni per dire no all'impianto a biogas, con tanto di raccolta firme, giunte a quota 900, e con lavoro di ricerca per cercar di capire i pro e i contro alla costruzione di un'opera di questo tipo.

Ma a margine della seduta di ieri qualcosa è andato storto e sono il presidente della Provincia Andrea Pieroni e la presidente del consiglio Consuelo Arrighi a commentare lo spiacevole episodio. "L’espressione delle proprie idee è un diritto, il rispetto dell’altro e della sua persona fisica è un dovere” esordiscono i due che in un comunicato spiegano i fatti.

Per ascoltare le motivazioni del dissenso del comitato di cittadini di San Donato, si legge nella nota, i capigruppo di Pd e Sel, rispettivamente Manolo Panicucci e Massimiliano Casalini, hanno proposto lo svolgimento, al termine dei lavori consiliari, di un incontro con la stessa delegazione del comitato: proposta di incontro che Arrighi ha accolto, estendendone la partecipazione a tutti i capigruppo. Rispetto a ciò, il capogruppo del Pdl, Giuseppe Calò, ha annunciato la propria scelta di non prendere parte al colloquio, definendolo una “tiritera” già vista e sostenendo che “tanto voi avete già deciso quel che volete fare” (dove “voi” sta ad intendere i gruppi di maggioranza in Provincia).

Al momento di iniziare l’incontro, con Panicucci, Casalini, Pieroni, Arrighi e la vicepresidente della giunta Alessandra Petreri (Idv) già sistematisi nella stanza dove avrebbe dovuto avere luogo, i rappresentanti del comitato, prosegue il comunicato, hanno preso ad allontanarsi, esprimendo a voce sostenuta il proprio disappunto e manifestando l’intenzione, a loro volta, di non confrontarsi con gli esponenti della Provincia. Poi, di fronte agli insistiti inviti dei capigruppo di Pd e Sel a rivedere tale decisione e a sedersi al tavolo, si è sviluppato un diverbio che è andato scaldandosi, culminando in offese dirette a Casalini e in un’aggressione con spintoni ai danni di Panicucci, seguita da ulteriori minacce di ritorsioni fisiche.

“L’accaduto desta amarezza e rammarico - concludono Pieroni e Arrighi - l’uso strumentale, al quale talvolta si assiste, di quella che è una libera contestazione da parte di gruppi di cittadini e la conseguente esacerbazione degli animi, provocata con metodo quasi scientifico da alcune forze politiche, hanno raggiunto ieri un culmine non più accettabile. Più volte, in passato, la Provincia ha provveduto a stemperare il clima di discussioni che era stato irresponsabilmente arroventato; occorre una riflessione da parte di tutti sul ruolo delle istituzioni, sul rispetto per i luoghi che le ospitano e per le persone che ne fanno parte”.

 

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