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Cronaca Pratale / Via San Giovanni Bosco

Carcere, detenuto dà fuoco ad un materasso: poliziotto intossicato

Anche lo stesso detenuto è stato trasportato al pronto soccorso. I sindacati: "Impossibile lavorare al Don Bosco. Pronti ad una protesta eclatante"

Poteva andare decisamente peggio nel pomeriggio di ieri, domenica 18 giugno, all'interno del carcere Don Bosco di Pisa dove un detenuto nordafricano, in carcere per reati inerenti gli stupefacenti, come denunciano le segreterie provinciali dei sindacati di Polizia Penitenziaria SAPPE, OSAPP e UILPA, per protesta ha dato fuoco al materasso della propria cella, e solo grazie al tempestivo intervento degli agenti della Polizia Penitenziaria, è stato evitato che il tutto si trasformasse in tragedia, anche se comunque è stato necessario il trasporto in ospedale per il detenuto.

Anche un agente è dovuto ricorrere alle cure dell'ospedale Cisanello, per intossicazione da fumi, visto che ha dovuto fare evacuare prima tutti i detenuti, mettendoli in sicurezza, per poi mettersi in salvo.

Secondo quanto sostengono SAPPE, OSAPP e UILPA, il detenuto ha agito così per protesta perché si è reso necessario trasferirlo in un'altra sezione, visto che nella stessa mattinata si era reso protagonista di una rissa presso il locale passeggi.

"Si è perso il controllo del carcere - denunciano i sindacalisti - l’anno scorso in occasione di un incontro sindacale, il provveditore regionale per l’amministrazione penitenziaria ci disse 'Riprendiamoci il carcere', ma è evidente che ciò non è avvenuto, ed è sempre più difficile che questo avvenga. La cosa che più ci preoccupa però è che l’amministrazione penitenziaria, in particolar modo questa direzione ed il provveditore regionale, continua ad essere sorda. Continuiamo a ribadire che le relazioni sindacali sono inesistenti, l’ultimo incontro sindacale indetto da questa direzione risale a fine gennaio, aspettiamo ancora la convocazione per iniziare i lavori del Protocollo d’Intesa Locale ad oggi inesistente, ma pare che questo non avverrà, visto l’imminente trasferimento del direttore".

"Ormai siamo abituati a vedere questo direttore tramite la stampa locale, come sta accadendo in questi giorni, visto che a seguito della scoperta dell’identità del rapinatore ucciso dal gioielliere Ferretti, il quale risulta essere stato detenuto fino a qualche mese fa proprio al Don Bosco, ha subito pensato di difendere le attività trattamentali di cui è stato protagonista il defunto rapinatore - attaccano ancora i sindacati - ma in questi anni qualcuno ha mai visto due righe sulla stampa locale dove il direttore Prestopino abbia speso, in occasione di sventati suicidi dei detenuti, qualche parola a favore della Polizia Penitenziaria?".

"Ricordiamo - continuano SAPPE, OSAPP e UILPA - che a Pisa sono proprio venute meno le condizioni minime di sicurezza, il carcere è stato oggetto di crolli, allagamenti e chiusure di locali inagibili, siamo in attesa dei fondi per la ristrutturazione, annunciati più volte dal provveditore regionale, ma pare che tali promesse siano vane; ad ottobre sono stati eletti i R.L.S. (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, l’igiene e la Salubrità nei luoghi di lavoro), ma il loro ruolo ad oggi è pressoché inesistente, visto che dopo 8 mesi dalla loro proclamazione, l’amministrazione penitenziaria non ha ancora organizzato loro il corso di formazione specifico, come previsto dalle normative vigenti".

"Esprimiamo vicinanza e solidarietà al collega, il quale è stato dimesso con una prognosi di 7 giorni, ed a tutti i colleghi che in questo periodo svolgono servizio, per le condizioni disastrose in cui sono chiamati quotidianamente a lavorare - concludono i sindacati - il nostro lavoro, svolto in queste condizioni, sta diventando impossibile, ma tutti continuano a fare finta di niente, non si può giocare sulla pelle delle persone. Purtroppo a causa di un’amministrazione assente, sia a livello centrale che periferico, a pagare il conto più salato continuano ad essere gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che con grande sacrificio e professionalità riescono a garantire l’ordine e sicurezza, nonostante le numerose difficoltà. E' evidente che se non ci saranno cambiamenti di rotta ci vedremo costretti a mettere in atto forme di protesta eclatanti".

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