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Cronaca

Incendio del Serra, Coldiretti: "Danni enormi, ora serve un piano straordinario"

Il progetto, che prevede una collaborazione tra pubblico e privato, è già stato inviato a Ministero, Regione e comuni colpiti dal rogo

Sul Monte Serra spento l’incendio inizia la delicata fase del ritorno alla vita normale. Continua infatti la conta dei danni per cittadini ed imprese. Coldiretti informa le aziende agricole che sul sito di Artea (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura) è aperta la procedura informatica per segnalare i danni subiti al fine del riconoscimento dello stato di calamità naturale. La scadenza per segnalare i danni è fissata al 19 ottobre.

"Per capire l’entità del disastro - scrive in una nota Coldiretti - bastano due numeri: l'anno scorso in tutta la Toscana, a causa di una straordinaria siccità, si è raggiunto il record di 2200 ettari di bosco bruciati, il rogo del Monte Serra da solo ha interessato un'area di 1400 ettari: di questi 150 ettari di olivi bruciati per circa 20mila piante. Considerando che ogni ettaro produce circa 25 quintali di olive per una resa di olio intorno ai 5 quintali, si capisce che l'impatto economico di questo incendio sarà importante con la perdita di circa 750 quintali di olio per almeno cinque anni".

Piano straordinario

Coldiretti Pisa avanza quindi la proposta di "un piano straordinario per il Monte Pisano frutto della sinergia e della collaborazione tra pubblico e privato". L'ipotesi progettuale è contenuta in un dossier, già inviato al Ministero competente, alla Regione ed ai sindaci dei Comuni colpiti, elaborato dall'associazione di categoria con il supporto tecnico scientifico di Greengea snc. La stima dei danni provocati dall'incendio alle attività agricole e alle aziende è circa 6milioni di euro. "Oltre ai costi necessari per ripristinare la produzione - scrive nel documento Coldiretti Pisa - andranno aggiunti i danni per le mancate produzioni".

"La volontà - spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Pisa - è quella di intraprendere un percorso di progettazione integrata che sia però il frutto di nuove alleanze tra chi opera sul Monte con competenze diverse ma con l’esigenza di diventare complementari. Il nostro parere è che si debba partire riconoscendo il valore storico, ambientale e paesaggistico dell’olivicoltura e delle aree forestali del Monte senza tralasciarne le loro potenzialità produttive e tenendo conto di una serie di obiettivi concreti". 

Nel dossier Coldiretti cita vari obiettivi del Piano. Tra questi: il riassetto ed il risanamento idrogeologico dell’intero territorio; l’adeguamento strutturale delle aziende agricole esistenti ed il loro consolidamento come realtà imprenditoriali; il miglioramento della conduzione tecnica delle aziende e della commercializzazione del prodotto; la promozione del territorio; la conservazione dei muri a secco che sostengono i terrazzamenti e costituiscono il principale elemento di caratterizzazione del paesaggio montano; la protezione e la valorizzazione della filiera legno con un conseguente uso sostenibile della risorsa; l’ulteriore sviluppo delle potenzialità di turismo agroambientale e naturalistico.

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