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Cronaca Calci

Incendio Monte Serra, Legambiente: "Cittadini in pericolo, estendere l'area di divieto di caccia"

Secondo l'associazione ambientalista la zona in cui vige il divieto di caccia andrebbe estesa: "Abitanti impegnati nella ricostruzione devono attraversare aree di attività venatoria"

Estendere l'area in cui vige il divieto di caccia e vietare la caccia al cinghiale in braccata. E' quanto chiede Legambiente Toscana in seguito al provvedimento emesso dalla Regione che ha vietato la caccia, ad eccezione di quella al cinghiale, in seguito al terribile incendio che dieci giorni fa ha distrutto i Monti Pisani.

La Regione: "Divieto di caccia nelle zone colpite dal fuoco"

"Giudichiamo utile e tempestiva la Delibera della Giunta Regionale che ha sottoposto a divieto di caccia il territorio devastato dall’incendio dei giorni scorsi, insieme a un’area perimetrale di alcune centinaia di ettari. Nonostante questo tipo di provvedimenti sia raccomandato da tempo, è infatti assai raro vederlo applicato - sottolineano da Legambiente - nella delimitazione della fascia di rispetto però, è necessario tenere conto dello stress subito dai cittadini residenti a causa dell'incendio. Essi vedranno infatti aumentare nelle aree in cui la caccia resta possibile, la concentrazione dei cacciatori, che vedono limitate dal divieto le aree in cui cacciare e si riverseranno nelle zone vicine. Questi cittadini inoltre, per recarsi nelle aree percorse dal fuoco per gli interventi di manutenzione e bonifica, dovranno attraversare aree di caccia, per la particolare conformazione del Monte e la sua viabilità di accesso. Molti di loro si sono già lamentati per gli spari vicino alle abitazioni e alle aree agricole. Sparare vicino a chi ricostruisce è molto pericoloso, mette a rischio la sicurezza dei cittadini stessi ed intralcia le operazioni di bonifica e di ripristino del Monte, che costringono molte persone a spostarsi e operare in questo periodo".

L'incendio sul Monte Serra visto dall'aereo

Poi un pensiero agli animali che si sono salvati dalle fiamme e che, con i cacciatori in agguato, saranno sottoposti a stress che potrebbe limitarne il "successo riproduttivo". "Per queste ragioni quindi, crediamo sia necessario estendere la fascia di rispetto a tutta la superficie dei comuni interessati dal rogo - sottolineano da Legambiente - aver mantenuto la caccia al cinghiale nella fascia di rispetto, poi, è una possibilità estremamente dannosa per tutte le specie selvatiche presenti, soprattutto nel caso di caccia in braccata, che ha un impatto pesante su qualsiasi animale si trovi nell’area. Visto anche che, come ammette lo stesso Remaschi, molti cinghiali sono morti nell’incendio, e che non c’è stato ovviamente tempo per verifiche sul numero di cinghiali e sul reale pericolo per l’agricoltura, è necessario che la Regione vieti almeno la caccia in braccata, mantenendo eventualmente la possibilità di interventi di controllo pubblico nel caso siano rilevate situazioni critiche. La caccia al cinghiale inoltre è la più pericolosa anche per la sicurezza delle persone a causa del tipo di armi e munizioni impiegate: molte vittime della caccia nel nostro Paese, sono colpite proprio in questo tipo di attività".

"Crediamo che questi due provvedimenti, chiusura della caccia su tutta la superficie dei comuni percorsi dal fuoco (almeno Calci e Vicopisano) e divieto della caccia al cinghiale in braccata, siano misure ragionevoli per ristabilire quella tranquillità necessaria alla ripresa delle attività quotidiane e della cura del Monte" concludono dall'associazione ambientalista.

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