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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ospedaletto / via Ludovico Ragghianti

Esplosione alla Teseco, precisazioni Arpat: "Nessuna minimizzazione"

L'Arpat risponde alle dichiarazioni del comitato 'Non Bruciamoci Pisa', apparse sul quotidiano il Tirreno. L'agenzia sottolinea che non minimizza il problema, ma la nube conseguente all'esplosione non era tossica

Dopo le dichiarazioni apparse sul quotidiano Tirreno, dove il 'Comitato Non Bruciamoci Pisa' aveva fatto alcune considerazioni sulla gravità sottovalutata dell'incidente nella ditta Teseco, Arpat precisa che l’agenzia non ha minimizzato l'evento accaduto la mattina del 9 ottobre.

"I tecnici sono intervenuti immediatamente sul posto, dopo le prime segnalazioni pervenute - speiegano da Arpat -  al fine di accertare quanto accaduto con raccolta di documenti e campioni. Il personale Si  è recato nuovamente nelle zone circostanti, nei pomeriggi dello stesso giorno e di quello successivo, per verificare lo stato dell'ambiente. Fin dal primo momento l’agenzia ha dato informazione della situazione attraverso  twitter e poi sul sito web, fra l’altro raccomandando a titolo precauzionale di tenere le finestre di abitazioni ed uffici chiuse".

"L’entità circoscritta dell’accaduto è stata evidente fin dal primo giorno - continuano a dire dall'agenzia - L’incidente non ha avuto esiti più drammatici per la quantità limitata di sostanze chimiche coinvolte e per una sequenza di circostanze favorevoli. Arpat sta proseguendo comunque le sue indagini per acquisire tutti gli elementi che chiariscano quanto accaduto e per accertare le relative responsabilità".

"Nel corso dell’iter istruttorio del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), nel 2009 ARPAT richiese all’azienda la dimostrazione che lo stabilimento Teseco non fosse soggetto agli adempimenti della normativa Seveso (direttiva che impone agli stati membri di identificare i propri siti a rischio ndr). Infatti - conclude Arpat - la sola detenzione di sostanze pericolose non è per la norma condizione sufficiente a determinarne l’inclusione nelle Aziende a Rischio di Incidente Rilevante. La Teseco fornì allora una documentazione che dimostrava inequivocabilmente, come le quantità di sostanze pericolose detenute non potevano essere superiori alle soglie di assoggettabilità alla normativa Seveso".

 

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