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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

I lavoratori delle Acli incontrano l'arcivescovo e il direttore della Caritas

Giovanni Paolo Benotto ed Emanuele Morelli hanno sottolineato l'importanza del coinvolgimento personale per combattere i disagi della pandemia

"In tutti i campi, quando si ha a che fare con le persone, non si può essere semplici funzionari: il coinvolgimento personale è importante". E’ partito da qui l’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto salutando gli oltre 70 lavoratori delle Acli provinciali di Pisa che nei giorni scorsi si sono ritrovati all’auditorium 'Toniolo' dell’Opera della Primaziale per il tradizionale incontro di tutti i dipendenti di Caf, Patronato e associazione. "Occorre un ascolto integrale perché non si entra in relazione autentica se non si è disposti a mettersi in gioco" ha aggiunto con riferimento al tema che ha fatto da filo conduttore dell’incontro grazie anche all’intervento del direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli che si è soffermato in particolare proprio sulla funzione dell’ascolto e della comunicazione nella relazione d’aiuto in un tempo complesso come quello della pandemia.

"Le conseguenze economiche e sociali innescate dall’emergenza sanitaria da un lato hanno aggravato le situazioni di difficoltà e bisogno che già c’erano prima del virus, quali il lavoro nero e non tutelato e dall’altro hanno fatto emergere nuovi bisogni e fragilità - ha sottolineato nell’intervento introduttivo il presidente Paolo Martinelli - dalla crisi del mondo del lavoro, con particolare riferimento a quello poco o del tutto sprovvisto di tutele, alla chiusura delle attività e alla povertà educativa, acuita dalla disparità nell’accesso alla rete, ai device e dalla mancanza di competenze". Criticità che hanno impattato anche su Caf e i Patronato Acli: "Intanto nei numeri perché i nostri servizi sono stati letteralmente presi d’assalto e poi nel rapporto con coloro che vi si rivolgono - ha spiegato Martinelli - sta crescendo un’ansia sociale sempre più percepibile agli sportelli sotto forma d’impazienza, allentamento dei freni inibitori e anche e soprattutto di rabbia".

In un quadro di questo genere emerge anche la necessità che il terzo settore torni ad acquisire una maggiore autonomia: "Molto spesso siamo percepiti come una propaggine della pubblica amministrazione - ha concluso il presidente delle Acli di Pisa - quando, in realtà, l’obiettivo dei nostri servizi è di farsi prossimi, e non certo di sostituirsi al pubblico: per questo è importante che il terzo settore conservi quello spirito critico e sia interlocutore degli enti pubblici autorevole, senza rinunciare, quando necessario, allo spirito critico". L’incontro si è concluso con una visita al Museo dell’Opera del Duomo da parte dei dipendenti delle Acli di Pisa.

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